Regno Unito, Johnson investe sulle Forze armate: piano da 16,5 miliardi

Il primo ministro britannico annuncia un potenziamento di tutti i reparti dell'esercito britannico, dalla cyber-security all'Intelligenza artificiale

Investimento record del governo britannico guidato da Boris Johnson. Il premier Tory ha infatti deciso di stanziare 16,5 miliardi di sterline per un programma di potenziamento e modernizzazione delle forze armate britanniche. L’ultimo di tale portata risale addirittura alla fine della Guerra fredda. Il primo ministro ha fatto sapere che i fondi verranno spalmati su quattro anni e che riguarderanno l’adeguamento dell’esercito di Sua Maestà sia da un punto di vista tradizionale che in relazione alle nuove politiche di cyber-security e della difesa spaziale.

Il punto sulla nuova misura lo fa il premier stesso: “Ho preso questa decisione – ha detto Johnson – nonostante la pandemia perché la difesa del regno deve venire prima”. Secondo il premier, infatti, “la situazione internazionale è più pericolosa e più intensamente competitiva che in qualsiasi momento dalla Guerra Fredda. E la Gran Bretagna deve essere fedele alla nostra storia e stare al fianco dei nostri alleati. Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo migliorare le nostre capacità su tutta la linea”.

La mossa di Johnson

Solo pochi giorni fa, il premier aveva annunciato un altro piano, relativo a una nuova politica ambientale improntata su “una rivoluzione industriale verde”. Oggi la messa in campo di una massiccia operazione di restyling dell’esercito, per il quale Londra aveva già stanziato, per il 2020-2021, un budget di quasi 41,5 miliardi di sterline. Probabile anche l’investimento di risorse nel campo dell’Intelligenza artificiale applicata ai mezzi militari, allo scopo di colmare tutti i deficit delle Forze armate britanniche. E con l’obiettivo dichiarato di riposizionare il Regno Unito sullo scenario internazionale da una posizione di maggior forza. Con uno sguardo anche al programma spaziale, che verrà anch’esso potenziato. Una mossa pensata probabilmente anche per rispondere ad alcune sacche di incertezza aperte dal dossier Brexit.