Australia indaga su crimini di guerra dei suoi soldati in Afghanistan

L’Australia sta indagando su oltre 50 presunti crimini di guerra commessi dalle proprie forze speciali in Afghanistan dal 2005 al 2016

Soldato australiano (immagine di repertorio)

L’Australia sta indagando su oltre 50 presunti crimini di guerra commessi dalle proprie forze speciali in Afghanistan, a partire dal 2005. Tra le accuse figurano la tortura e l’uccisione di civili e prigionieri. I commandos australiani d’élite sono stati schierati in Afghanistan, insieme alle forze statunitensi ed altri alleati, a seguito degli attacchi dell’11 settembre 2001.

Il rapporto

Nello specifico, l’Ispettore generale delle Forze di difesa australiane ha aperto un’inchiesta in merito alle forze speciali australiane dispiegate in Afghanistan tra il 2005 e il 2016. Le conclusioni dell’inchiesta sono state presentate oggi dal capo delle forze Angus Campbell.

Crimini di guerra

L’inchiesta durata quasi cinque anni, presieduta dal giudice militare Paul Brereton, chiede che siano investigati dalla polizia federale 19 soldati coinvolti in 36 incidenti, per l’omicidio di 39 prigionieri e civili, e per ‘trattamento’ crudele di altri due.

Tra le accuse più gravi – riporta Sicurezza Internazionale – ci sono gli omicidi illegali di “persone che non erano combattenti o che non lo erano più”, nonché il “trattamento crudele” di individui sotto la loro custodia.

Secondo il rapporto, l’indagine sta prendendo in considerazione “fattori culturali, psicologici, operativi e organizzativi” che hanno permesso l’attuazione dei presunti abusi. Tali ricerche sono state avviate nel 2016, in risposta ad accuse di “illeciti molto gravi” portati avanti per oltre un decennio dai membri delle forze speciali australiane nel Paese in cui operavano.

Vittime innocenti

L’inchiesta ha intervistato 423 testimoni e studiato più di 20 mila documenti e oltre 25 mila immagini come parte delle indagini. Secondo il rapporto, nessuno degli incidenti riferiti alla polizia federale per indagini penali possono essere considerati come “decisioni discutibili prese sotto pressione nel calore della battaglia. I casi in cui è stato trovato che vi sono informazioni credibili di un crimine di guerra in cui era chiaro, o avrebbe dovuto essere chiaro, che la persona era un non combattente“.

Blooding

Ai soldati junior veniva spesso ordinato dal comandante di pattuglia di uccidere prigionieri per fare la prima uccisione, una pratica conosciuta come ‘blooding‘. Sono state anche stabilite evidenze che alcune delle forze speciale portavano con sé armi, radio e granate non di ordinanza, da piazzare vicino ai corpi di civili uccisi per suggerire che fossero un ‘obiettivo legittimo‘ in eventuali indagini sull’incidente.

Rapporto secretato

il rapporto – secretato, senza nomi né descrizione di incidenti – è stato presentato oggi da Campbell, che ha offerto scuse incondizionate al popolo afghano “per ogni crimine commesso da soldati australiani”.