Iraq: l’Isis rivendica l’attentato a Baghdad. Salgono a 35 le vittime

Almeno 35 le vittime, 80 i feriti. Gli attacchi suicida erano diventati rari nella capitale irachena. L'ultimo era del novembre 2019

Non si ferma lo spargimento di sangue a Baghdad, martoriata capitale dell’Iraq, da anni bersaglio di numerosi attacchi terroristici. La mattina del 21 gennaio, due kamikaze si sono fatti esplodere in una strada affollata nella zona di piazza Tayaran. Nello specifico, in un mercato di abbigliamento di seconda mano in piazza Tayaran, nel centro cittadino.

Attacco rivendicato dall’Isis

L’attacco – di chiara matrice terroristica – è stato rivendicato solo il giorno seguente, venerdì 22 gennaio, dall’Isis. 

L’Iraq ha dichiarato sconfitto militarmente il sedicente stato islamico fin dal 2017, ma cellule dell’organizzazione continuano a esistere e in alcuni casi ad operare, specie nelle regioni desertiche del Paese.

Morti e feriti

Il duplice attentato kamikaze che ha scosso giovedì mattina il centro di Baghdad ha provocato almeno 35 morti e 80 feriti: lo rende noto l’Esercito. Fonti mediche temono un bilancio molto più alto in quanto il ministero della Salute ha annunciato di aver messo in allerta tutto il personale medico della capitale.

Dopo anni di violenza terroristica, gli attacchi suicida erano diventati piuttosto rari nella capitale irachena e quello di giovedì è il primo dal novembre del 2019, nel quale persero la vita numerose persone, almeno 11.

Nel dicembre dello stesso anno, inoltre, migliaia di manifestanti presero d’assalto l’ambasciata degli Stati Uniti con sede a Baghdad cercando di fare irruzione al suo interno. Secondo i media internazionali, i cittadini iracheni erano scesi in piazza per protestare contro i raid americani che avevano provocato 25 morti fra i miliziani sciiti di Kataib Hezbollah. In quell’occasione non vi furono vittime, ma gli Usa chiusero temporaneamente l’ambasciata.