Che cosa è la “maternità surrogata solidale” e perché ne discute il Parlamento

Tra le varie operazioni ideologiche a cui è sottoposta l’opinione pubblica c’è quella del cambiamento del nome di pratiche aberranti e deprecabili per renderle più accettabili e politicamente corrette.  In questa cornice possiamo sicuramente collocare la presentazione della proposta di legge per la “legalizzazione della maternità surrogata solidale” a firma dei deputati Guia Termini, Doriana Sarli, Riccardo Magi, Nicola Fratoianni ed Elisa Siragusa.

La proposte di legge

“La proposta di legge – recita il testo – si pone l’obiettivo di disciplinare e regolamentare il tema della Gravidanza solidale e altruistica in Italia, al fine di evitare situazioni di incertezza normativa e fornire piena tutela ai diritti di tutti i soggetti coinvolti e, in particolar modo, ai minori nati all’esito di tale percorso, anche all’estero, a seguito dell’applicazione della legge straniera”. “Una regolamentazione di tutte le fasi del percorso di Gravidanza solidale e altruistica – prosegue la proposta di legge – nel rispetto degli standard internazionali in materia di diritti umani, infatti, consentirebbe di evitare gli abusi che spesso discendono proprio dalle lacune normative”. Con la definizione di “Gravidanza solidale e altruistica”, si fa riferimento alla gestazione portata avanti da una donna che sceglie in maniera libera, autonoma e volontaria di ospitare nel proprio utero un embrione sviluppato attraverso le tecniche di fecondazione in vitro, di favorirne lo sviluppo fino alla fine della gravidanza compreso il parto.

Una barbara pratica

La formulazione della proposta di legge parte dal presupposto che la barbara pratica dell’utero in affitto possa essere fatta a fini altruistici. In questa chiave vengono ovviamente omessi tutti gli aspetti più devastanti di questo mercimonio di corpi e vite, punito penalmente dalla legge 40 e che la stessa Corte Costituzionale, nel dicembre 2017, con una sentenza definì come qualcosa che “offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane”, ricordando inoltre come il nostro ordinamento le attribuisca un “elevato grado di disvalore”.

I proponenti della proposta di legge non sanno o forse fanno finta di non sapere che anche in quei Paesi dove la gestazione per altri (Gpa) è consentita solo a scopo altruistico avvengono comunque scambi di ingenti pagamenti giustificati sotto la voce di “rimborsi spese” a beneficio delle donne che portano avanti la gestazione, che finiscono poi anche nelle case delle cliniche per la fertilità che gestiscono questo business.

Il grande assente della proposta di legge

Per non parlare poi del grande assente nelle motivazioni addotte dalle lobby pro-utero in affitto: il bambino. Il fatto che viviamo nove mesi nell’utero di nostra madre non è un evento indifferente, c’è una comunione fisica, biologica ed emozionale. La mamma non ci passa solo le sostanze per vivere, ma anche ormoni e serotonina che influenzano il nostro cervello. Il legame fetale è di fondamentale importanza. È dunque di una violenza inaudita pensare che un bambino possa essere strappato, pochi secondi dopo il parto, dalle braccia della madre per essere consegnato ad una coppia committente. Questo prevede infatti il protocollo per evitare che possa esserci qualsiasi tipo ripensamento da parte della donna portatrice e per ridurre lo shock dell’allontanamento nel bambino.

Uno degli aspetti più grotteschi e tristi di questa vicenda è che il testo della proposta di legge sia stato scritto, tra gli altri, dalla sezione “nuovi diritti” della CGIL. Il più grande sindacato dei lavoratori italiano presta il fianco così alla mercificazione dell’atto primigenio della vita e a forme di nuova schiavitù. Non a caso, molte iscritte al sindacato hanno espresso il loro disappunto e il tema rischia di spaccare la CGIL. Per quanto riguarda il percorso parlamentare i rischi di un’approvazione sono remoti. Una parte consistente del centro sinistra è contrario a qualsiasi tipo legalizzazione dell’utero in affitto mentre il centro destra ha presentato tre differenti ddl per rendere perseguibile a livello universale chi usufruisce della maternità surrogata.

Resta il fatto che l’offensiva di alcuni ambienti che promuovono un liberismo senza limiti è sempre più sfacciata. La loro strategia prevede l’utilizzo di parole che creano una realtà che con la verità dei fatti non a nulla a che fare. Bisogna essere vigili per far scoppiare queste bolle ideologiche non appena vengano gonfiate.