Conte ricorda il maestro Ezio Bosso: “Esempio artistico e umano”

Il messaggio di Conte per PlayForEzio, il concerto che il 13 settembre a Torino ricorderà il maestro Bosso

Il Premier Conte ricorda Ezio Bosso. “La speciale ammirazione che tutti riserviamo al grande maestro Ezio Bosso nasce, in primo luogo, dalle sue straordinarie capacità artistiche ma è legata indissolubilmente anche alle sue doti umane di coraggio, passione e forza d’animo”.

Lo scrive il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in un messaggio inviato ad Andrea Catizone, presidente dell’associazione Apertis Verbis che ha ideato PlayForEzio, il concerto che il 13 settembre a Torino ricorderà il maestro. Il 13 settembre avrebbe compiuto 49 anni. E’ deceduto lo scorso 15 maggio. Un evento per il quale Conte esprime “grande apprezzamento e condivisione”, spiegando che per impegni istituzionali non potrà partecipare.

Il messaggio di Conte

“Nel suo modo generoso di affrontare ostacoli e impedimenti – sottolinea il premier ricordando Bosso – ho trovato una preziosa testimonianza. D’Altra parte, la caratura di un maestro è espressa anche dalla capacità di generare, nell’animo altrui, la volontà di seguirne le orme”.

“In questo – ha aggiunto Conte – Ezio Bosso si è rivelato grande, divenendo per musicisti e semplici appassionati, un esempio sia sotto il profilo artistico sia umano”.

“La musica d’altronde è un linguaggio universale, autenticamente democratico, che travalica spontaneamente i comuni limiti delle lingue nazionali – prosegue Conte – sfiorando nella sua universalità l’intimo di ognuno di noi. Proprio in questo risiede il valore terapeutico della musica, la sua capacità di avvicinarci, al di là delle differenze e delle difficoltà cui ognuno, quotidianamente, va incontro”.

“L’occasione di poter celebrare, pur simbolicamente, il quarantanovesimo compleanno di Ezio Bosso – conclude il premier – ci offre la possibilità di poterlo ringraziare, ora e per sempre, per il dono unico offertoci dalla sua arte e dal suo impegno”.

Ezio Bosso

Ezio Bosso è nato a Torino il 13 settembre 1971. E’ stato un direttore d’orchestra, compositore e pianista internazionale. Ha vissuto durante l’infanzia e l’adolescenza a Torino, in Borgo San Donato, abitando in Via Principessa Clotilde. In questa Torino operaia, di immigrazione, raccontava che la sua famiglia era “la sola piemontese di tutto il caseggiato“. Si avvicinò alla musica all’età di quattro anni, grazie ad una prozia pianista e al fratello musicista. A 16 anni esordì come solista in Francia e incominciò a girare per le orchestre europee.

Malattia neurodegenerativa

Nel 2011 subì un intervento per l’asportazione di una neoplasia cerebrale e fu anche colpito da una sindrome autoimmune neuropatica. Le patologie inizialmente non gli impedirono di continuare a suonare, comporre e dirigere. Successivamente, il peggioramento della malattia neurodegenerativa, verificatasi in quello stesso anno ed all’inizio erroneamente indicata dai media come SLA, lo ha costretto nel settembre 2019 alla cessazione dell’attività di pianista, avendo compromesso l’uso delle mani. È morto il 15 maggio 2020, nella sua casa di Bologna, a causa dell’aggravarsi della malattia neurodegenerativa da cui era affetto dal 2011.

Qui, il racconto di un suo amico in esclusiva per In Terris.

Qui sotto, l’interpretazione del Maestro a San Remo nel 2016.