Ezio Bosso: il ricordo di un uomo straordinario nel racconto di un suo amico (VIDEO e AUDIO)

Il maestro Carlo Macalli, primo flauto dell'Opera di Roma, amico e collega di Ezio Bosso, omaggia il grande musicista con un racconto inedito per Interris.it

“Stamattina mi sono svegliato con le lacrime di mio figlio quindicenne, che appena sveglio, ancora nel letto ha gridato ‘è morto Ezio’. Era disperato. In questo momento sento solo un gran vuoto”. Sono le parole strazianti del maestro Carlo Macalli, primo flauto dell’Opera di Roma, che da amico e collega ricorda il grande musicista Ezio Bosso, che purtroppo oggi, all’età di 48 anni, è venuto a mancare.

Nell’audio il ricordo di Ezio Bosso, del maestro Macalli collega e amico fraterno del musicista

Il ricordo del grande musicista

“Ezio non è una persona comune, è una persona straordinaria, con un’energia e una voglia di fare non comune e che riesce a trascinare in questo entusiasmo del fare chiunque gli sta vicino”. Ne parla ancora al presente Macalli, perché Bosso in realtà non morirà mai e con la sua musica vivrà per sempre. “Ha sempre preso la vita a bocconi enormi e non gli sono mai bastati – continua Il maestro -. Ora, da una parte, per chi gli vuole bene è una liberazione vederlo non soffrire più, perché la malattia lo ha davvero tormentato e consumato, però, allo stesso tempo, è enorme il vuoto che lascia”.

Qual è il principale insegnamento che lascia Ezio Bosso?

“Lui ha strappato con i denti dalla vita tutto quello che amava, nonostante il destino non lo abbia particolarmente aiutato. Ha lottato sempre ed è proprio questo l’insegnamento, cercare di raggiungere e conquistare i proprio sogni contro tutto e tutti fino alla fine. Fino a qualche giorno fa lui ancora parlava con altri colleghi del concerto che avremmo avuto a Lanciano questo Giugno, nonostante fosse già stato spostato diceva sempre ‘non vi preoccupate, ci vediamo appena finisce questa baraonda, e ci potremo riabbracciare’. Era sempre lui che rincuorava noi, donandoci la forza di andare avanti anche nei momenti di sconforto, quando al limite toccava a noi rincuorare lui”.

Qual è un ricordo che la lega particolarmente a lui?

“Ezio era una persona in grado di dare affetto a chiunque lo incontrasse. Era una persona che a volte poteva avere anche degli atteggiamenti inflessibili nei confronti degli altri ma era tutto fatto per passione. Una persona davvero straordinaria in tutti i suoi modi di fare. Quando gli chiedevo ‘Ezio come va?’ mi rispondeva ‘Bene, bene lasciamo stare e andiamo oltre’ questa era la sua risposta. Lui ha sempre evitato di far pesare la sua situazione di salute. Non c’è mai stata una sola volta in cui abbia messo davanti ad una situazione, anche goliardica, qualche difficoltà da parte sua anzi spesso era lui che promuoveva momenti di convivialità e di raduno tra amici”.

Cosa rappresentava la musica per lui?

“La musica per lui era prima di tutto stare insieme e soprattutto era la possibilità di migliorare se stesso e gli altri attraverso la musica stessa. Il legarsi agli altri attraverso una disciplina che può migliorare l’individuo e tutto quello che gli sta intorno“.

Come ha vissuto la sua malattia?

“Con grandissima dignità e riservatezza senza coinvolgere neanche noi, amici più intimi, nei suoi momenti di maggiore difficoltà. Quando lo aiutavo con la carrozzina, sulla quale sedeva, per superare un ostacolo era solo un’occasione per stargli vicino e chiacchierare altrimenti faceva tutto da solo. A noi amici non ha mai fatto pesare ciò che viveva, anzi glissava sempre sui problemi che lo riguardavano. Era una forza della natura ed ha sempre amato la vita. Oggi, per tutto quello che mi ha insegnato in questi anni, posso solo dirgli ‘Grazie Ezio’“.