Conte: “Basta parole, servono i fatti”

Sull'emergenza migranti il tempo delle belle parole è finito. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, lo ha ribadito in un tweet poco prima del bilaterale con Angela Merkel, prodromo del Consiglio europeo di oggi.  

Deciso

“Negli incontri che ho avuto ho avuto molte manifestazioni di solidarietà, oggi è un giorno molto importante aspettiamo che queste parole si traducano in fatti – ha scritto -. L'Incontro sarà uno spartiacque. Arriviamo a questo Consiglio Ue con proposte ragionevoli e in linea con spirito e principi europei. In questi anni l'Italia ha ricevuto manifestazioni di solidarietà a parole. Ora basta. Questa è l'occasione in cui tutti possono finalmente dimostrare la solidarietà con i fatti“.

Macron

Per il presidente francese, Emmanuel Macron, “l'alternativa è semplice: vogliamo soluzioni nazionali o soluzioni europee di cooperazione? Io difendo soluzioni europee all'interno delle regole Ue e di Schengen, alle frontiere europee, fuori delle frontiere europee e in seno all'Ue sulla base dei principi di responsabilità e solidarietà”. Il titolare dell'Eliseo ha poi ricordato che il problema dei migranti “non è nuovo”, visto che l'Unione europea “lo vive dal 2015”. 

Tajani

Di vertice “cruciale” ha parlato anche il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. “Credo che l'Europa debba prendere delle decisioni. Farò di tutto affinché gli Stati membri decidano cosa fare sulla migrazione, che è il problema numero uno del'Europa oggi. Rinvii, ritardi, o assenza di decisioni sarebbero perniciosi“. 

Merkel

Merkel, da parte sua, questa mattina ha ribadito: “Non possiamo lasciare soli i Paesi in cui si verifica la maggior parte degli arrivi. Questo è il nodo centrale del regolamento di Dublino III. Fino a quando su tutto questo non ci sarà un consenso a 28, andremo avanti con una coalizione dei volonterosi“. La cancelliera tedesca, dopo aver incassato l'ok da Spagna e Francia sulla collaborazione dei movimenti migratori secondari, ora cercherà di stringere nuovi accordi. Il premier greco Alexis Tsipras al Finacial Times ha detto di essere disponibile. E anche con l'Italia sembra ci siano margini per un'intesa, in cambio di un riconoscimento sulla compartecipazione alla responsabilità sugli sbarchi, un superamento di fatto di Dublino, sul modello di quanto avvenuto nei casi di Aquarius e Lifeline.