Lo stato d'emergenza non sarà rinnovato?

A quasi due anni dal tentato golpe del 15 luglio 2016, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, fresco di riconferma come capo di Stato, starebbe valutando di non rinnovare lo stato d'emergenza, in vigore dal 22 luglio dello stesso anno e già prorogato diverse volte

La decisione

 A riportare quella che è più di un'indiscrezione, anche perché annunciata in campagna elettorale da Erdogan, la Cnn turca, secondo cui il presidente avrebbe raggiunto ieri un accordo con Devlet Bahceli, segretario del partito nazionalista Mhp. Quest'ultimo, alleato dell'Akp di Erdogan, si è rivelato decisivo per far ottenere al presidente la maggioranza assoluta in Parlamento nelle elezioni di domenica scorsa. L'intesa sarebbe stata raggiunta ieri al palazzo presidenziale di Ankara, dopo aver risolto le perplessità di Bahceli. Lo stato di emergenza viene rinnovato in Turchia ogni tre mesi ed allo stato attuale è destinato a scadere il prossimo 18 luglio

Le purghe

Proseguono a pieno regime, intanto, le purghe volte allo smantellamento della rete di Fetullah Gulen, considerato da Erdogan l'ispiratore del fallito colpo di Stato. Nella terza operazione di polizia in tre giorni sono stati arrestati 57 militari in 28 province del Paese su mandato dei magistrati dalla procura di Batman. Molti dei destinatari dei provvedimenti erano già stati precedentemente sospesi. Solo ieri la medesima procura aveva emesso altri 192 mandati d'arresto, in gran parte militari. L'accusa è di far parte dell'organizzazione Feto di Gulen, miliardario e ideologo islamico residente negli Usa. Dal fallito colpo di stato a oggi, secondo quanto reso noto dal ministero degli Interni turco, circa 155 mila persone sono state colpite da provvedimenti di arresto, circa 48 mila sarebbero invece in carcere, altre 160 mila sono state rimosse dal proprio posto di lavoro.