LA CATALOGNA DEL NORD RICORDA LA PACE DEI PIRENEI

Il 7 novembre 1659 Francia e Spagna – governate rispettivamente dal re Luigi XIII e da Filippo IV d’Asburgo detto il Grande – sottoscrissero la pace dei Pirenei, il documento che chiuse le ostilità tra le due superpotenze che si protraevano nonostante la pace di Vestfalia avesse posto termine alla guerra dei trent’anni (1618-1648) già da 11 anni. Le cause che portarono al conflitto franco-spagnolo furono principalmente due. La prima fu di ordine religioso a causa dell’opposizione tra cattolici e protestanti. I luterani, infatti, dopo la pace di Augusta del 1555 che aveva introdotto il principio del “cuius regio, eius religio” poterono rimanere in possesso dei territori precedentemente appartenenti alla Chiesa di Roma. La seconda causa fu di ordine economico: i territori della Casa d’Asburgo, due rami della quale regnavano sulla Spagna e sul Sacro Romano Impero, confinavano nei Paesi Bassi e nella Franca Contea con la Francia, che era interessata a conquistare quei territori ricchi di materie prime.

Dopo oltre un decennio di scontri, la Spagna capitolò all’indomani della sconfitta delle Dune, presso Dunkerque (14 giugno 1658), grazie anche all’appoggio di 6000 fanti inglesi intervenuti a fianco dell’esercito francese. La guerra venne a conclusione l’anno successivo con il trattato dei Pirenei del 7 novembre 1659 che assicurò alla Francia l’Artois, la regione del Rossiglione (parte del principato della Catalogna passata alla Francia), 33 comuni della Cerdagna e numerose piazzeforti nelle Fiandre. Ancora oggi nella Catalogna del nord la giornata è celebrata come festa nazionale.

Inoltre, come da accordi, il futuro re di Francia Luigi XIV si sarebbe sposato con l’infanta di Spagna Maria Teresa, figlia di Filippo IV. Con la pace dei Pirenei la Francia si affermò come grande potenza in Europa, mentre la Spagna abbandonò definitivamente qualsiasi progetto egemonico e abdicherà, di lì in poi, al ruolo di grande potenza, recedendo in una posizione di secondo piano.