SI LEGA E SI IMBAVAGLIA PER FINGERE UN ATTACCO ISLAMICO

È risaputo che le bugie hanno le gambe corte e che, prima o poi, la verità viene alla luce. Hanno impiegato solo pochi minuti i poliziotti di Somerville, nel New Jersey (Usa), a capire che la storia che veniva loro raccontata da un pastore locale faceva acqua da tutte le parti. Le forze dell’ordine avevano trovato il pastore battista Jairon Pena legato e imbavagliato in una sala della chiesa. Il religioso aveva un pezzo di stoffa ficcato in bocca e le mani legate malamente dietro la schiena, un sacchetto di plastica sulla testa e due pezzi di carta legati addosso con su scritto un paio di messaggi dal contenuto vagamente religioso e più di un errore grammaticale.

Una volta liberato, Pena aveva raccontato alla polizia che due uomini e una donna islamici lo avevano attaccato venerdì in tarda mattina nei locali della chiesa, la Nuova Alleanza Missionary Baptist Church di Somerville. Pena aveva anche aggiunto che i tre gli aggressori avevano gettato a terra le Bibbie presenti sui banchi insultando pesantemente le sue convinzioni religiose.

Il racconto e l’intera scena del crimine non hanno però convinto gli investigatori. Agli inquirenti infatti non ci è voluto molto per notare che l’uomo non presentava il minimo segno di violenza e che la sua storia era piuttosto lacunosa e a volte contraddittoria. Messo sotto torchio, il pastore battista si è visto costretto ad ammettere che tutta la faccenda era di sua invenzione e che aveva inscenato tutto contro i tre musulmani per “ragioni personali” che non ha voluto spiegare meglio. Pena è stato arrestato e accusato di procurato allarme e di avere raccontato il falso alle forze dell’ordine. È stato poi rilasciato, ma dovrà comparire comunque davanti a un tribunale. Speriamo che abbia almeno imparato a non raccontare più le bugie.