Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore: perché celebrarla

L'intervista di Interris.it al dottor Aldo Addis (Forum del Libro) e all’avvocato Giovanni Adamo (Studio legale Adamo) sull’importanza della lettura e del diritto d’autore nella società

Foto di Patrick Tomasso su Unsplash

La lettura è per la mente quel che l’esercizio è per il corpo, scriveva il drammaturgo britannico Joseph Addison. Oggi, 23 aprile, si celebra la Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore.

Tale ricorrenza è stata istituita dalla Conferenza Generale della UNESCO con la Risoluzione 28 C/3.18 del 15 novembre 1995 e celebrata dall’anno successivo in tutto il mondo, con cadenza annuale, il 23 aprile – giorno della scomparsa, nel 1621, di Miguel de Cervantes, W. Shakespeare e Garcilaso de la Vega – al fine di stimolare alla lettura a valorizzare il contributo del libro come strumento di informazione e approfondimento, tutelandone inoltre la proprietà intellettuale attraverso il diritto d’autore.

Per approfondire i diversi aspetti della Giornata Mondiale odierna, Interris.it ha intervistato due professionisti: il dottor Aldo Addis, del Forum del Libro, sull’importanza di leggere nonostante la ‘scorciatoia’ del web e la distrazione dei social; e l’avvocato Giovanni Adamo, dello Studio Legale Adamo di Bologna, in merito alla funzione sociale del diritto d’autore.

Forum del Libro è un’associazione senza fini di lucro che considera i libri come un bene meritorio e si propone di promuoverne la lettura individuando, incentivando e amplificando tutte le esperienze che in tal senso possano essere utili.

Lo Studio Legale Adamo di Bologna dal 2004 si occupa – tra i vari ambiti di competenza – delle pratiche di violazione del copyright nel settore dei servizi, del benessere, letterario e cinematografico.

A sinistra: il dottor Aldo Addis (Forum del Libro); a destra: l’avvocato Giovanni Adamo (Studio Legale Adamo)

L’intervista al dottor Addis sull’importanza della lettura

Perché leggere libri ai tempi di internet?

“Proprio perché siamo un un’epoca di internet, social, video brevissimi, chat, messaggi etc.  è importante fermarsi, rallentare e leggere dei libri. Vale a dire darsi alla lettura non solo di messaggini o testi brevi o brevissimi, ma di libri lunghi, dei romanzi ad esempio. Viviamo tutti in modalità fast and furious e multitasking. Ma più andiamo avanti, più è facile rendersi conto che tutta questa velocità non fa bene alla nostra salute. La velocità non è amica della crescita, né della riflessione approfondita”.

Quanti tipi di lettura esistono?

“Quando si parla di lettura, esiste sia la lettura di testi brevi o brevissimi, come i messaggi, o quella lunga di un libro, più lenta ed estesa nel tempo”.

Quale lettura è migliore: la breve o la lunga?

“La lettura lunga. Perché attiva una serie di meccanismi mentali che la lettura veloce non fa partire. Noi cresciamo e ci arricchiamo se continuiamo a leggere libri, rispetto a chi sceglie la via facile di internet, del post o del video. La lettura (anche di romanzi brevi) ci consente di entrare in mondi, vite e tempi diversi da quelli che viviamo quotidianamente, dandoci la possibilità di avvicinarci a esperienze e realtà lontane dalla nostra, accrescendo così la nostra conoscenza e la consapevolezza di quanto il mondo che ci circonda sia poliedrico. La lettura di un libro ci fa crescere anche a livello intellettivo. Non è dunque solo una questione culturale. Più leggiamo, più sappiamo e – inoltre – più comprendiamo. Perché il nostro cervello impara a ragionare meglio. In conclusione, la lettura di un libro resta la cosa più importante per la formazione completa di un individuo”.

L’intervista all’avvocato Giovanni Adamo sul diritto d’autore

Cos’è, in giurisprudenza, il diritto d’autore?

“Il diritto d’autore è il diritto che sorge in capo all’autore di un’opera di qualunque genere (musicale, filmica, letteraria ed altro), purché sia originale e creativa, per effetto della sola creazione dell’opera stessa. Non occorre altro, quindi, per essere titolari di un diritto d’autore sulla propria opera, che crearla. Tale diritto può peraltro scomporsi nel diritto ‘morale’ d’autore, che è il diritto ad essere considerato ‘autore’ dell’opera, e nel diritto patrimoniale d’autore, cioè il diritto a sfruttarla economicamente. Il primo è inalienabile, cioè non può essere ceduto. Il secondo, invece, può essere ceduto o ‘licenziato’ a terzi, che sulla base di tale cessione poi sfruttano economicamente l’opera”.

Perché è importante per un autore far riconoscere la proprietà intellettuale?

“Il diritto sorge, come dicevo prima, per effetto della sola creazione dell’opera. Per ragioni probatorie, però, è buona norma anche procedere ad atti come la registrazione dell’opera presso Enti a ciò preposti (ad esempio la SIAE). In questo modo l’autore acquista la prova dell’avvenuto deposito dell’opera in una determinata data, ed inoltre da quel momento è più agevole rivendicare i propri diritti nei confronti di chi, ad esempio, esegua l’opera in pubblico”.

Qual è la funzione sociale del diritto d’autore?

“Ottima domanda. La nostra Costituzione, la nostra Legge fondamentale, è interamente basata sul ‘sociale’. La Repubblica tutela i cittadini in sé e nella loro ‘socialità’. La proprietà, o l’attività di impresa, devono avere una ‘funzione sociale’, vale a dire devono essere utili alla Società globalmente intesa. Così è anche per il diritto d’autore, che è una ‘privativa’, cioè il diritto di un singolo. Il diritto d’autore ha una fondamentale funzione sociale. Se le opere (e gli autori) non fossero protette, gli autori (o comunque molti di essi) perderebbero interesse nel crearle, e quindi nello sviluppare, nel complesso, la cultura e, in definitiva, la società”.