Don Benzi e Giovanni XXIII: i tratti in comune

Giovanni XXIII. Foto © Vatican News

Dieci anni fa, il 27 aprile 2014, veniva elevato agli onori degli altari Angelo Roncalli, il Pontefice di cui l’associazione fondata dal Servo di Dio don Oreste Benzi porta il nome. Durante il Conclave pensavano di eleggere un Papa che fosse di transizione, probabilmente non ci si aspettava molto da lui. Giovanni XXIII si è guadagnato l’appellativo di “Papa buono“, probabilmente a questo ha contribuito la sua conformazione fisica, quella di un contadino proveniente dalle campagne di Bergamo. Prima di diventare Papa aveva ricoperto l’incarico di Nunzio apostolico in Bulgaria, un posto che all’epoca veniva considerato quasi insignificante. Ma lui ha saputo tessere una trama di relazioni con la Chiesa ortodossa. Successivamente è stato inviato in Turchia dove ha saputo dialogare con il mondo islamico; poi in Francia, a Parigi dove ha intrecciato relazioni con il mondo diplomatico. Ovunque lui sia andato, grazie alla sua semplicità, è stato capace di costruire rapporti, di portare il Vangelo di Gesù, della pace. Ha trovato la sua massima espressione con l’enciclica “Pacem in Terris”, quanto è attuale la profezia del Papa che sottolinea come la guerra porta solo distruzione, e ribadice che solo la via della pace annunciata da Gesù Cristo salverà il mondo.

Il Servo di Dio don Oreste e San Giovanni XXIII hanno in comune diversi tratti: la bonarietà, la benevolevonza, il guardare l’altro in positivo, il puntare sempre verso ciò che unisce e non ciò che divide. La nostra comunità è nata a cavallo del Concilio Vaticano II e certamente don Oreste, figlio spirituale della Chiesa, sentiva con Giovanni XXIII, e poi anche con i suoi successori un legame forte.

Il pontificato di Papa Roncalli è stato segnato dalle numerose encicliche, ma soprattutto dal Concilio Vaticano II che ha segnato un punto di svolta. E’ stata una profezia con il quale il Pontefice ha fatto capire alla Chiesa che non doveva rimanere chiusa nella sue sagrestie, ma doveva aprirsi al mondo. Ha avuto un coraggio, ma lui era un “conteplattivo” cioè contemplazione e azione, proprio come don Oreste: per stare in piedi bisogna stare in ginocchio. Giovanni XXIII, come don Benzi, ha tanto amato i poveri, gli ultimi e i bambini. Ha commosso il mondo la famosa frase pronunciata l’11 ottobre al termine della giornata di apertura del Concilio Vaticano II, nel discorso noto come “alla luna“: “tornando a casa, date una carezza ai vostri bambini e dite questa è la carezza del Papa”.