San Giovanni Paolo II: ecco come gli sarebbe piaciuto essere ricordato

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San Giovanni Paolo II, Papa, Wadowice (Polonia), 18/05/1920 – Roma, 2/04/2005. Karol Wojtyla, a 9 anni, perde la madre alla quale è molto legato. Riceve dal padre, sottufficiale di carriera, una severa educazione. Conseguita la maturità classica, si iscrive a Cracovia alla facoltà di lettere e filosofia; deve interrompere gli studi dopo un anno e mezzo, a causa della guerra. Procurando passaporti falsi, contribuisce a salvare alcuni ebrei, fino a quando deve trovare lui stesso rifugio nell’episcopio. Inizia per Karol Wojtyla un periodo molto difficile: lavora prima come aiuto brillatore di mine in una cava di pietre e poi come addetto alle caldaie negli stabilimenti Solvay di Faleski. La sera, a casa, scrive poesie e lesti teatrali e si esibisce come attore.

Avvenimenti

Nel 1932 suo fratello Edmund muore di scarlattina, poiché essendo medico, cura gli infetti. Il padre, davanti la bara del figlio maggiore, non fa che ripetere: “Sia fatta la tua volontà”

Nel 1944, mentre si reca in fabbrica, viene investito da un camion che lo lascia tramortito, riesce a guarire rapidamente grazie al suo fisico forte.

• A 23 anni sceglie la via del sacerdozio: nel 1946 è ordinato sacerdote. A Roma frequenta l”Angelicum”, dove nel 1948 si laurea in filosofia; poi torna in Polonia e si laurea in teologia a Cracovia

• Dal 1954 per venticinque anni è titolare della cattedra di etica nella facoltà di filosofia dell’Università di Lublino.

• Nel 1958 Pio XII lo nomina vescovo ausiliare di Cracovia: nel 1964 ne diviene arcivescovo titolare. Nel 1967 Paolo VI lo nomina cardinale.

• Da vescovo e cardinale, quando giunge a Roma per il sinodo dei vescovi, se ha un pomneriggio di riposo ne approfitta per andare a sciare al Terminillo.

• Partecipa al concilio Vaticano II, dove interviene ben otto volte.

• Il 16 ottobre 1978, dopo tre giorni di conclave viene eletto pontefice da centoundici cardinali. E’ il primo papa polacco, il primo proveniente da un Paese comunista, il primo non italiano dal 1522 e il più giovane (ha 59 anni) dal 1846.

• 13 maggio 1981 è vittima di un attentato in piazza San Pietro. Mentre si sposta tra la gente a brordo di una jeep scoperta, dopo aver restituito ai genitori un bambino che ha sollevato in alto, viene colpito dai proiettili sparatigli contro dal turco Ali Agca.

Proclama 1338 beati e 482 santi. Tiene 9 concistori, creando 231 cardinali più uno in pectore. Compie 146 visite pastorali in Italia, 104 viaggi apostolici nel mondo. Visita 317 delle 333 parrocchie di Roma. Effettua 38 visite di stato, 738 udienze a capi di stato e 246 a primi ministri.

• Nelle 1170 udienze generali del mercoledì incontra quasi 18 milioni di fedeli.

Promulga 14 encicliche, 15 esortazioni apostoliche, 11 costituzioni apostoliche, 45 lettere apostoliche e scrive 5 libri.

Aneddoti

Alla madre incinta, che sviluppa una gravidanza ad alto rischio, viene consigliato di abortire: lei rifiuta con decisa fermezza. Al momento della sua nascita, la madre chiede all’ostetrica che l’assiste nel parto di aprire la finestra in modo che il neonato possa udire i canti in onore della Madonna provenienti dalla vicina chiesa, dove si sta celebrando la funzione per il mese mariano.

• Quando arriva a Varsavia la notizia della nomina a vescovo di Wojtyła, il primate lo fa cercare: Karol, in canoa con i suoi giovani in uno dei tanti fiumi che confluiscono nella Vistola chiede al cardinale Wyszynski di non annunciare la sua elezione fino al ritorno dalla sua avventura in canoa.

Anche da vescovo continua con i suoi amati giovani a partecipare a gare di sci, di calcio, a nuotare e ad andare in canoa.

• Quando a 47 anni viene nominato cardinale, ai suoi studenti che gli chiedono con quale regalo possono festeggiarlo, cosi risponde: «Gradirei un sacco a pelo perché quello che ho è strappato e non mi tiene più caldo».

• Da cardinale, a chi gli dice che non è conveniente per un principe della Chiesa andare a sciare, risponde che non lo è solo nel caso in cui il cardinale sia un pessimo sciatore.

• Arrivato a Fiumicino per il conclave, mentre scende dalla scaletta dell’aereo un fotografo gli scatta numerose foto. Meravigliato di tanta attenzione, Wojtyła gli dice: «Non penserà forse che sia io a essere eletto papa?». Karol ha con sé pochissimi soldi e calza scarpe risuolate!

• Durante il conclave il primate polacco Wyszynski consiglia al cardinale di Algeri, Duval, di votare Wojtyła descrivendolo cosi: «E’ un mistico, un poeta, un pastore, un filosofo, un santo, ma è un cattivo amministratore».

• Quando durante il conclave si rende conto di poter essere eletto, si consiglia col cardinal Wyszynski; questo lo esorta ad accettare la nomina e profetizza a Karol che accompagnerà la Chiesa al terzo millennio.

• Le prime parole pronunciate dopo la sua elezione a pontefice attirano la simpatia di tutti: «Non so se posso bene spiegarmi nella vostra.. nostra lingua italiana; se mi sbaglio mi corrigerete».

• Vuole che sia inserita gratuitamente nel gruppo delle persone che si recano a Roma per l’inaugurazione del suo pontificato anche una certa signora Maria, che fa le pulizie dell’episcopio di Cracovia.

• Il 22 ottobre 1978 durante la Messa di insediamento al trono pontificio, ha luogo anche il giuramento dei cardinali. Quando è il turno del primate di Polonia Wyszynski, Wojtyła lo aiuta ad alzarsi, lo abbraccia ed è lui a baciare la mano al primate polacco.

• Sempre nel 1978 ad Assisi ha affermato: «Non esiste più la Chiesa del silenzio, perché adesso la Chiesa del silenzio parla per bocca del nuovo papa».

• André Frossard, accademico di Francia, così lo definisce: «Questo papa non viene dalla Polonia, ma dalla Galilea. E’ uno della banda dei Dodici che arriva direttamente dal Vangelo, con la rete sulla spalla e il Nuovo Testamento sotto il braccio».

Anticipa in un certo senso la beatificazione di Pier Giorgio Frassati, perché lo proclama protettore di tutti gli sportivi durante una cerimonia allo stadio olimpico di Roma.

• Durante un viaggio in Israele un fedele gli dona una pietra della casa di Abramo, il papa nel ringraziarlo gli dice che credeva che Abramo vivesse sotto una tenda.

• Invita una famiglia per un breve soggiorno a Castel Gandolfo. Una notte i genitori sentono i bambini piangere, vanno nella loro camera e trovano il papa in pigiama che li sta consolando.

• Nel 1980 durante una visita in un quartiere di poveri a Rio de Janeiro in Brasile, si sfila l’anello, donatogli da Paolo VI, e ne fa dono alla Chiesa locale.

Ogni 13 maggio all’ora dell’attentato celebra una santa Messa di ringraziamento nella sua cappella privata.

• Si ferma a parlare con una guardia svizzera che gli confida il suo desiderio di sposarsi. II Papa si offre di celebrare personalmente il matrimonio, che dopo qualche mese viene officiato nella cappella Sistina.

• Siccome spesso prega disteso sul nudo e freddo pavimento di marmo della sua cappella privata, un amico polacco gli costruisce una piattaforma di legno per coprire la gelida pietra.

• Durante il concistoro del 1994, ai cardinali che sono meravigliati del grande numero di beatificazioni e canonizzazioni che ha effettuato, risponde che la “colpa” non è sua ma solo dello Spirito Santo.

• Mentre è in visita in un ospedale si ferma a conversare con ogni ricoverato e al prefetto della casa pontificia che lo invita a essere più veloce risponde che con chi soffre non si deve mai avere fretta.

• Il presidente russo Michail Gorbaciov afferma: «Non io ho distrutto il comunismo, ma Giovanni Paolo II».

• Wojtyla compie più viaggi di quelli dei duecentosessantatré pontefici che l’hanno preceduto messi insieme.

• Negli anni Novanta gira questa battuta: «Qual è la differenza fra Dio e Giovanni Paolo II? Dio è in ogni luogo, mentre Giovanni Paolo II c’è già stato». Riguardo questo argomento lo Stesso Wojtyła afferma: «Molti dicono che il papa viaggia troppo, e a scadenze troppo ravvicinate. Penso che, umanamente parlando, costoro abbiano ragione. Ma è la provvidenza che ci guida e qualche volta ci suggerisce di fare qualcosa per excessum». Infatti, oltre a essere il successore di Pietro, Karol è anche un emulo di Paolo, che è stato un viaggiatore incredibile.

• Durante un viaggio negli Stati Uniti in una settimana riesce a pronunciare ben cinquantacinque discorsi.

• Nell’Angelus del 21 novembre 1993, dovendo impartire la benedizione con la mano sinistra per una lussazione alla spalla destra, anche per controbattere alle illazioni di certa stampa sul declino del suo pontificato, esclama: «Vi benedice il papa caduto, ma non scaduto».

• Nel 1994 al professor Fineschi che lo opera per frattura del femore dice queste parole: «Professore, sia lei che io abbiamo una sola scelta. Lei mi deve curare. E io devo guarire. Perché non c’è posto nella Chiesa per un papa emerito».

• E’ stato il primo pontefice a visitare una chiesa protestante, una moschea e una sinagoga.

• Durante i viaggi in aereo è solito conversare con i giornalisti. Risponde a domande di ogni tipo in diverse lingue e il più delle volte senza bisogno di interpreti.

• Mentre nel 1998 è in aereo alla volta di Cuba, ai giornalisti che gli chiedono informazioni sulla sua salute risponde che quando vuole sapere notizie sulla sua salute deve leggere i giornali.

• Nel 2000 durante il pellegrinaggio in Terra Santa inserisce nelle fessure del Muro del Pianto a Gerusalemme un biglietto di preghiera in cui chiede perdono per tutte le manifestazioni antisemitiche da parte dei cristiani.

• Negli ultimi mesi di vita la sofferenza è molta. A un cerimoniere che, scorgendo sul volto del pontefice un’espressione di dolore, gli chiede se possa in qualche modo aiutarlo, lui sponde: «Ormai tutto mi fa male, ma è giusto che sia così».

Chiama il Policlinico Gemelli “Vaticano numero tre”: vi trascorre centosessantaquattro giorni di degenza, in media sei giorni per ogni anno di pontificato.

• Durante il suo ultimo ricovero al Gemelli nel febbraio 2005, al chirurgo che gli annuncia necessità di una tracheotomia definendola “un piccolo intervento”, risponde che dipende tutto dal punto di vista.

Spiritualità

Totale adesione a Cristo e certezza assoluta di essere completamente pelle sue mani. Grande devozione e raccoglimento nel celebrare la santa Messa. Prolungata e silenziosa adorazione davanti al Santissimo Sacramento. Riesce a pregare anche sette ore al giorno: è proprio dall’intensa preghiera che deriva la grande fecondità nell’azione. Tenera devozione alla Madonna: a lei affida il suo pontificato e a lei attribuisce la grazia di avergli salvato la vita il giorno dell’attentato (fa incastonare il proiettile estratto dal suo corpo nella corona della statua della Madonna di Fatima). Il Rosario è la sua preghiera preferita; nel 2003 lo arricchisce con una nuova serie di misteri: quelli della luce.

Pensieri e insegnamenti

«Siamo nelle mani di Dio, per fortuna, perché se fossimo nelle nostre mani saremmo già perduti».

«Non si tratta, comunque, soltanto di sapere quello che Dio vuole da noi, da ciascuno di noi, nelle varie situazioni della vita. Occorre fare quello che Dio vuole».

«Provo un gran sentimento di pace quando penso al momento in cui il Signore mi chiamerà dalla vita alla Vita».

«Non so se la storia ricorderà questo papa; penso di no. Se lo farà vorrei che fosse ricordato come il papa della famiglia».

Morte

Il 20 febbraio 2005 al Policlinico Gemelli viene sottoposto a tracheotomia per superare un’insufficienza respiratoria causata da una stenosi laringea. II 20 marzo appare alla finestra su piazza San Pietro, ma non riesce a parlare: insofferente, dà con la mano un colpo al leggio che ha davanti. Il 27 marzo, giorno di Pasqua, si affaccia dalla finestra del Suo studio, ma non riesce a pronunciare le brevi parole della benedizione Urbi et Orbi. Le sue ultime parole scritte: «Sono lieto, siatelo anche voi. Preghiamo insieme con letizia. Alla Vergine Maria affido tutto lietamente».

Il 31 marzo le sue condizioni fisiche peggiorano a causa di un’infezione urinaria, che provoca un notevole rialzo termico: riceve l’Unzione degli infermi. Nella mattinata del 1° aprile le condizioni sono gravi, ma Karol rimane lucido e sereno e riesce a concelebrare la santa Messa; in serata le sue condizioni precipitano per lo stato settico generalizzato, che provoca un collasso cardiocircolatorio. Monsignor Comastri inizia la veglia di preghiera in piazza San Pietro gremita di folla. Verso le ore 20:00 il segretario Stanislao Dziwisz pensa di concelebrare la santa Messa al capezzale del morente. Presiede la celebrazione il cardinale Jaworski, che amministra al pontefice l’Unzione degli infermi, mentre Stanislao amministra il Viatico (pone con un cucchiaino alcune gocce di vino consacrato sulle labbra del papa). Wojtyla si addormenta nella pace del Signore alle ore 21:37 del 2 aprile 2005; la sua ultima parola è «Amen!».

Ai suoi funerali sono presenti duecento delegazioni straniere e quarantasei capi stato. Memorabile la conclusione dell’omelia del celebrante cardinal Ratzinger: «[Giovanni Paolo II] sta adesso alla finestra della casa del Padre, ci vede e ci benedice». Il suo processo di beatificazione è aperto dopo soli ottantotto giorni dalla sua morte. E’ beatificato il 1° maggio 2011 a Roma da papa Benedetto XVI. Canonizzato il 27 aprile 2014 da papa Francesco. Le sue spoglie mortali sono venerate nella basilica vaticana.

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi