San Gennaro, il vescovo martire patrono di Napoli

Secondo la tradizione, Gennaro è stato decapitato a Pozzuoli nel 305 durante la persecuzione di Diocleziano

San Gennaro

San Gennaro Vescovo, martire e patrono di Napoli. m. Pozzuoli (Napoli), 19/09/305. Scarse le notizie sulla sua vita. Viene identificato con Gennaro II, vescovo di Benevento, che viene raffigurato nelle catacombe napoletane con l’aureola tra due ceri.

Morte

Secondo la tradizione, è stato decapitato a Pozzuoli nel 305 durante la persecuzione di Diocleziano. Gennaro, insieme ai due cristiani napoletani Fausto e Desiderio, va a Pozzuoli a trovare il diacono Sosso: quando apprendono che questi è imprigionato, lo difendono pubblicamente e si professano cristiani. Poiché non vogliono rinnegare Cristo, come richiesto da Dragonzio (rappresentante dell’autorità romana), vengono condannati a morte: prima sono destinati a essere sbranati dalle bestie feroci, poi, per evitare tumulti pubblici, vengono fatti decapitare.

La mattina del 19 settembre del 305 i quattro vengono condotti fuori città, presso una miniera di zolfo, dove sono decapitati anche altri tre giovani accusati di aver preso le loro difese. Sono i primi martiri della Campania.

Appena i soldati si allontanano, una donna di nome Eusebia riesce a raccogliere, con una spugna, il sangue di Gennaro e lo versa in due ampolle di vetro. Scesa la sera, i corpi dei martiri vengono seppelliti in un terreno vicino, chiamato “Marciano”, dove in seguito viene costruita una chiesa dedicata a san Gennaro.

Le sue reliquie nel 431, per volere del vescovo partenopeo Giovanni I, vengono portate a Napoli con una solenne processione e situate nelle catacombe, sotto la collina di Capodimonte.

In questa occasione una donna presenta al vescovo due ampolle, affermando che contengano il sangue coagulato di san Gennaro: all’improvviso, alla presenza di tutti, il sangue va incontro a liquefazione.

Nel 472 la terribile eruzione del Vesuvio, che minaccia la città, improvvisamente si arresta quando i napoletani invocano l’aiuto di Gennaro.

Gli abitanti di Benevento riescono a trafugare dalle catacombe le reliquie del loro vescovo (a eccezione del cranio) e le ampolle col sangue, che sono custodite in cattedrale. Dopo ulteriori spostamenti, i resti di san Gennaro vengono trasportati nel duomo di Napoli.

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi