L’indole gioiosa della beata Maria Raffaella Cimatti

Beata Maria Raffaella Santina Cimatti, Suora ospedaliera della Misericordia per gli infermi, Faenza (Ravenna), 6/06/1861 – Alatri (Frosinone), 23/06/1945. Appartiene a un’umile famiglia: il padre è bracciante agricolo, la madre è tessitrice. Deve rimandare la sua vocazione religiosa per aiutare la madre, rimasta vedova nel 1882, ed educare i due fratelli Luigi e Vincenzo, futuri salesiani.

Avvenimenti

• Solo dopo aver trovato alla madre, rimasta sola, una dignitosa sistemazione nella casa di un sacerdote, entra nel 1889 tra le Suore ospedaliere della Misericordia a San Giovanni in Laterano di Roma, dove c’è la casa madre della Congregazione.

• Fatta la professione, dimora vari anni a Frosinone, prestando servizio in farmacia: in seguito è superiora all’ospedale di Alatri.

Aneddoti

Durante la Seconda guerra mondiale si diffonde la notizia che l’ospedale Alatri sarà bombardato dai tedeschi, affinché le macerie ostacolino l’avanzata degli alleati. Suor Raffaella collabora con il vescovo Facchini per convincere il generale Kesserling a cambiare il piano strategico (sebbene le mine siano già state collocate) anche perché molti malati sono intrasportabili.

Personalità

Ha un’indole generosa e gioiosa. Sa conquistare tutti con la grande simpatia e cordialità.

Spiritualità

La consacrazione totale al Signore e il completo distacco dalle cose terrene le permettono di dedicarsi al servizio del prossimo, specie se malato. Ama il silenzio e la vita nascosta e umile. Se non è a servizio degli infermi, è in profondo raccoglimento davanti al tabernacolo. Recita con grande devozione il Rosario.

Pensieri e insegnamenti

«Il mio nome, come sta scritto nella Bibbia, è sinonimo di premuroso accompagnatore e di medicina di Dio; che brutta figura farei fare al mio protettore, san Raffaele, se non assistessi i malati con tanta cura!».

“L’Ospedale non è solo il luogo dove si soffre e si muore, ma è anche l’ambiente dove si possono esercitare le più squisite virtù umane».

Morte

Negli ultimi anni rinuncia al suo incarico di superiora per dedicarsi a umili lavori e alla preghiera incessante. Muore santamente. E’ beatificata nel 1996. Le sue spoglie mortali sono conservate in una cappella della cattedrale di San Paolo di Alatri.

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi