80 mila italiani all’anno uccisi dallo smog

Il protocollo “Aria Pulita” è stato firmato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. “Oggi in Italia, secondo i dati Oms, 219 persone ogni giorno muoiono prematuramente a causa dello smog:  80 mila persone all'anno, un numero che adesso vogliamo azzerare”, afferma il ministro dell'Ambiente Sergio Costa, nel corso dell’incontro bilaterale Italia-Commissione europea per concordare soluzioni efficaci contro l'inquinamento. Al centro dei colloqui l’impegno per migliorare la qualità dell'aria che ha portato alla sigla del protocollo “Aria pulita” che riguarda tre settori di intervento: trasporti, agricoltura e riscaldamento domestico a biomassa. “Ci assumiamo la responsabilità di questo patto dinanzi all'Ue e ai cittadini -ha garantito Costa-. Si tratta di un patto d'azione, che ha una connotazione concreta. Unione europea, governo nazionale e regioni si impegnano a miglioriamo la qualità dell'aria. L'accordo coinvolge sei ministeri e il premier. Ci sono risorse fino a 400 milioni di euro per anno, perché ognuno faccia qualcosa in modo trasparente. Esistono quindi tutte le condizioni affinché il protocollo possa funzionare, con una cabina di regia istituita alla presidenza del Consiglio dei ministri”.

Peggioramento della qualità della vita

L'inquinamento atmosferico provocato dai trasporti, dall'agricoltura, dal riscaldamento domestico, è tra i fattori maggiormente responsabili del progressivo peggioramento della qualità della vita nelle città italiane. Il ministero dell'Ambiente evidenzia che la Commissione europea ha avviato due procedure di infrazione nei riguardi dell'Italia per la non corretta applicazione della direttiva 50 del 2008, per i superamenti continui e di lungo periodo dei valori limite del materiale particolato PM10 e del biossido di azoto (NO2). “Eventuali sentenze di condanna della Corte di giustizia dell'Ue potrebbero imporre oneri economici di entità molto rilevante, nonché la possibile riduzione dei fondi strutturali per l'Italia- evidenzia una nota del dicastero-. Il nostro Paese ha deciso di impegnarsi ancora più concretamente, per migliorare la qualità dell'aria, partendo dalle proposte avanzate dal gruppo di lavoro interministeriale per la qualità dell'aria istituito dal ministro dell'Ambiente lo scorso dicembre”. Con l’odierno protocollo di intesa nasce il piano d'azione per il miglioramento della qualità dell'aria: ora ogni dicastero assume impegni concreti.

Cosa cambia in concreto

Le misure del protocollo riguardano i tre settori maggiormente responsabili dell'inquinamento: trasporti, agricoltura e riscaldamento domestico a biomassa. Il piano d'azione ha una durata di due anni ed è articolato in 5 ambiti di intervento: uno trasversale e quattro tematici. Per ciascun ambito di intervento sono individuate specifiche azioni operative inquadrate in una strategia unica e complessiva. Le misure trasversali vanno dalla razionalizzazione dei sussidi ambientalmente dannosi all'istituzione di un Fondo per il finanziamento del Programma nazionale di controllo dell'inquinamento atmosferico, fino a 400 milioni di euro all'anno. Nell'ambito della mobilità si introducono criteri ambientali nella disciplina della circolazione in ambito extraurbano, limitatamente ai tratti autostradali adiacenti ai centri urbani, con particolare riferimento alla riduzione dei limiti di velocità. Sono previste anche misure per il controllo delle aree a traffico limitato, linee guida per la classificazione dei veicoli elettrici ibridi per orientare gli incentivi verso le tecnologie elettriche ibride a minor impatto ambientale. Si prevede la possibilità di autorizzare nelle città la sperimentazione della circolazione su strada di veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica, quali segway, hoverboard e monopattini. Si disincentiva l'utilizzo di veicoli ad alte emissioni inquinanti. Infine, viene promossa la mobilità attiva, soprattutto nei percorsi casa scuola e casa-lavoro, riferisce LaPresse.

Sos impianti

Sul fronte del riscaldamento civile sono previste dal piano d'azione misure di riduzione delle emissioni inquinanti derivanti dalle stufe a biomassa e dagli impianti termici alimentati a biomassa ma anche limitazioni all'utilizzo degli impianti di riscaldamento alimentati a gasolio e la qualificazione degli installatori di impianti alimentati a fonti rinnovabili. Dal piano, infine, si ribadisce “la necessità  dell'uscita dal carbone, prevista dall'Italia nel 2025, con un'accelerazione per le centrali termoelettriche che ricadono nelle aree oggetto delle procedure di infrazione, attraverso la loro chiusura o la loro trasformazione”, sottolinea il ministero dell'Ambiente.