Ermini al Csm: “Ferita profonda, serve riscatto”

Gli eventi di questi gorni hanno inferto una ferita profonda alla magistratura e al Csm. Profonda e dolorosa“. Il vicepresidente David Ermini, nel suo intervento durante il plenum straordinario del Csm, non usa mezzi termini per descrivere la situazione vissuta dalla magistratura dopo l'inchiesta di Perugia e l'autosospensione di 4 consiglieri togati dell'organo di autogoverno dei giudici: Gianlugi Morlini, Paolo Criscuoli, Antonio Lepre e Corrado Cartoni.

Una sola casacca

“Siamo di fronte a un passaggio delicato – dice – o sapremo riscattare con i fatti il discredito che si è abbattuto su di noi o saremo perduti“. Il Consiglio, ricorda, “è e deve essere la nostra sola casacca. Altre non ne abbiamo. Questa consapevolezza implica innanzitutto che l'attività di ogni componente venga svolto tenendo conto dell'autorevole consiglio e dell'esempio animatore che provengono dal capo dello Stato, il quale non ha mai fatto mancare la sua guida illuminata attraverso la continua interlocuzione con il vicepresidente”. 

Anticorpi

Al Csm, aggiunge, “occorre riscattare con i fatti il discredito subito. Può continuare a svolgere le funzioni affidategli purché la reazione a condotte indiscutibilmente non compatibili sia chiara, rapida e non suscettibile di fraintendimenti. E io credo che così sarà perché il Csm e la magistratura hanno al loro interno gli anticorpi necessari per poter riaffermare la propria legittimazione agli occhi di quei cittadini nel cui nome sono pronunciate le sentenze”.

Correnti

L'associazionismo giudiziario, sottolinea, “è stato un potente fattore di cambiamento e di democratizzazione della magistratura”. E ancora oggi svolge un “ruolo prezioso“. “Ma consentitemi di dire che nulla di tutto ciò vedo nelle degenerazioni correntizie, nei giochi di potere e nei traffici venali di cui purtroppo evidente traccia è nelle cronache di questi giorni. E dico che nulla di tutto ciò dovrà in futuro macchiare l'operato del Csm”. Ogni determinazione del Consiglio, ha scandito, deve essere “assunta al riparo di interessi esterni”. E le nomine dei capi degli uffici giudiziari devono essere “effettuate attraverso la rigorosa osservanza del criterio cronologico, fuggendo la tentazione di raggrupparle in delibere contestuali che inducano il sospetto di essere state compiute nell'ambito di logiche spartitorie e non trasparenti“.