Rapporto Gimbe: preoccupa la vaccinazione degli over 50

Gimbe: boom di nuovi casi di contagio, dei ricoveri in ospedale e dei ricoveri in terapia intensiva (+22%) in tutte le Regioni

Nino Cartabellotta, Presidente Gimbe

Preoccupano i dati relativi alla vaccinazione degli over 50 nell’ultimo monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe che fotografa l’attuale situazione dell’Italia rispetto all’epidemia di Covid. Rapporto su cui ora pesa anche l’arrivo della variante Omicron di Sars Cove che ha messo in allerta diversi Paesi con la conseguente adozione di misure restrittive.

Il rapporto Gimbe

Secondo il rapporto, aumentano (+35%) i nuovi vaccinati e decollano le terze dosi di vaccino anti Covid (+52,5%) rispetto alla scorsa settimana e a pochi giorni dall’entrata in vigore del Super Green pass; ma, a pesare, sembra sia soprattutto la comparsa della nuova variante sudafricana, ridenominata Omicron.

A preoccupare è la sacca dei cosiddetti “No Vax”: resta infatti fermo il dato degli over 50 che non si sono sottoposti neanche alla prima dose. Negli ultimi 7 giorni infatti sono aumentati i nuovi vaccinati ma – secondo Gimbe – ancora 6,8 milioni di persone e 2,6 milioni di over 50 sono senza alcuna copertura.

Aumentano casi e ricoveri

Il report settimanale della Fondazione Gimbe rileva – nella settimana 24-30 novembre – un aumento dei nuovi casi che interessa tutte le regioni che crescono del 25,1%; i ricoveri crescono del 13,7%. Quelli in terapia intensiva addirittura del +22%. Anche i decessi segnano un incremento non da poco: il 14% rispetto alla settimana scorsa.

Cresce naturalmente la pressione sugli ospedali (+630 ricoveri in area medica, +123 in terapia intensiva) e aumentano i decessi (498). Sul fronte immunizzazione l’Italia sfiora l’80% della popolazione che ha ricevuto almeno una dose di vaccino. In assenza di informazioni certe su le potenzialità della mutazione rilevata per la prima volta in Sudafrica secondo Gimbe è indispensabile potenziare il sequenziamento, tracciamento e monitoraggio focolai, accelerare con vaccinazioni e terze dosi, in particolare per anziani a fragili, utilizzare mascherine e distanziamento.

In Italia attualmente le persone in isolamento domiciliare sono +39.007 e anche in questo caso si registra un incremento (+26,1%), come del resto i nuovi casi: 86.412 nella settimana appena passata pari +25,1%.

Gli attualmente positivi sono +39.760 (+25,7%). “Da sei settimane consecutive – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – continuano ad aumentare a livello nazionale i nuovi casi settimanali (+22%) con una media mobile a 7 giorni più che quintuplicata: da 2.456 il 15 ottobre a 12.345 il 30 novembre”. L’aumentata circolazione virale è documentata dall’incremento sia del rapporto positivi/persone testate (da 3,6% a 17,1%) sia del rapporto positivi/tamponi molecolari (da 2,4% a 7,2%) e positivi/tamponi antigenici rapidi (da 0,07% a 0,38%).

“In questa fase d’incertezza – conclude Cartabellotta – bisogna potenziare tutti gli interventi, seguendo il principio della massima precauzione. In particolare, incrementare le attività di sequenziamento condividendo i risultati nel database GISAID, potenziare il tracciamento dei casi e monitorare attentamente le aree con rapido aumento di incidenza. Per la popolazione rimangono fondamentali i comportamenti già noti: vaccinarsi e sottoporsi alla terza dose quando indicata – con massima priorità per anziani e fragili, utilizzare la mascherina negli ambienti chiusi, possibilmente FFP2 se affollati, rispettare il distanziamento sociale e ventilare frequentemente gli ambienti chiusi”.

Gli incrementi Regione per Regione

In tutte le Regioni si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi, dal 3,2% di Abruzzo e Umbria al 39% delle Marche. In 98 Province l’incidenza è pari o superiore a 50 casi per 100mila abitanti e in 16 Regioni tutte le Province superano tale soglia: Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto.

In 32 Province si registrano oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Trieste (635), Bolzano (552), Gorizia (496), Rimini (362), Treviso (342), Forlì-Cesena (321), Padova (321), Venezia (300), Vicenza (298), Aosta (286), Pordenone (252), Ravenna (245), Ascoli Piceno (234), Imperia (233), Udine (219), Bologna (213), Rovigo (213), Belluno (209), Pesaro e Urbino (203), Fermo (200), Ferrara (192), Trento (188), Verona (184), Viterbo (177), Varese. (176), Verbano-Cusio-Ossola (164), Cremona (164), Roma (161), Genova (160), Monza e Brianza (157), Ancona (155) e Como (151).