Il “pane della Santissima Trinità”

Io ho appreso il mistero della Trinità assieme a quello dell’Incarnazione, passione morte e risurrezione del Signore da un pane particolare che mia madre preparava per Natale. Si chiamava il “pane della SS. Trinità” e consisteva in tre piccoli pani uniti assieme da una corona fino a formare un solo pane sul quale venivano raffigurati i segni della passione: la croce, la scala, la lancia, i chiodi, la tenaglia e il martello, la corona di spine. Al centro si collocavano alcuni chicchi di frumento, che simboleggiavano il pane materiale segno della Provvidenza divina e della carità verso i poveri e materia dell’eucaristia.  In questo gesto semplice, proveniente probabilmente dalla tradizione bizantina, erano racchiusi i misteri principali della fede cristiana, che venivano tramandati all’interno della famiglia.

La dottrina della Trinità è stata talvolta dimenticata nella coscienza cristiana perché non se ne è visto alcun rapporto con il senso dell’esistenza. Mi colpì la reazione spontanea e un po’ dissacrante di un fedele romano dopo la mia prima predica sulla Trinità nel giorno della festa: “a me che siano uno o che siano tre non mi interessa, tanto non li debbo mantenere io”. Il mistero della Trinità non è un complicato problema logico o una dottrina astrusa lontana dalla vita, ma un mistero di salvezza che dà senso alla nostra vita, al mondo che ci circonda e a tutta la storia. E’ una luce che dà significato e bellezza a tutto, sebbene in se stessa non possa essere fissata, perché troppo intensa.

Noi siamo invitati a contemplare il mistero di Dio Uno e Trino non come un complicato problema logico, ma come un mistero di salvezza che dà senso alla nostra vita, al mondo che ci circonda e a tutta la storia. La Trinità non è una dottrina arida e difficile riservata a persone intellettualmente raffinate, ma è la radice profonda del nostro essere, che ci libera dal dubbio angoscioso di vagare verso il nulla, è un fuoco di vita che si autoalimenta eternamente e che trabocca incessantemente nella storia come fonte di grazia per darle un senso ultimo, è una sorgente d’acqua inarrestabile che irriga e feconda la nostra terra desolata rendendola fertile col dono dell’Amore di Dio.

La storia della nostra salvezza è trinitaria dal principio alla fine, perché Dio vi si impegna personalmente come egli è. Le persone divine agiscono sempre insieme, ma ciascuna con una relazione e caratteristica propria. L’amore inaudito di Dio per noi trova il suo fondamento nel mistero di amore che Dio è in sé stesso. Il mistero inscrutabile dell’Unico Dio vivente nella Comunione Trinitaria, che è l’unico fine al quale l’uomo tende e nel quale può raggiungere la piena felicità, costituisce il nucleo più profondo e il punto focale della fede cristiana, il principio e il fondamento ultimo dell’avvenimento della nostra salvezza, il mistero centrale della nostra fede che penetra in tutta l’esistenza cristiana. 

Il mistero della Trinità non è estraneo alla nostra vita, ma ci svela chi siamo e dove andiamo e ci apre al dialogo e all’accoglienza del dono della grazia di Dio. Ogni verità, bontà e bellezza contenuta nel mondo creato è un riflesso della verità, della bontà e della bellezza del Dio unico vivente in tre persone. Creati ad immagine della Trinità siamo chiamati a partecipare alla sua vita di amore nel dono reciproco pur nella salvaguardia della nostra identità personale. Il mistero trinitario, nel quale l’uomo ritrova il segreto più profondo di sé stesso nella libera comunione con i fratelli, fonda il valore trascendente della persona e il suo carattere sociale. Tutte le realtà sociali possono in qualche modo trovare un modello nella vita trinitaria sviluppandosi nella comunicazione reciproca.   L’impegno cristiano nella storia, a partire dalla fede nell’Unico Dio in tre Persone, mira a realizzare la più grande libertà nella più grande solidarietà, evitando da una parte la solitudine dell’individualismo e dall’altra la massificazione del collettivismo.