Rimettere al centro la cura dei poveri

povertà
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Gli ultimi dati Istat sulla condizione sociale ed economica dell’Italia hanno rilevato che, 5,7 milioni di cittadini e l’8,5% delle famiglie residenti vivono in condizione di povertà assoluta. In particolare, tra le cifre presentate, il dato più allarmante risulta essere quello di 1 milione e 300mila bambini che vivono in una grave situazione di privazione materiale che lede il loro diritto ad una crescita felice. Queste cifre ci pongono di fronte alla necessità improrogabile di considerare un nuovo modello di sviluppo economico, che sia in grado di mettere sempre al centro la tutela della dignità della persona e la protezione dal punto di vista sociale.

La povertà, in primis, significa una sottrazione di futuro e, per contrastare questo pericolo, occorrono opere tangibili. Tra le azioni concrete da sviluppare su questo versante, come indicato da Papa Francesco, c’è la rigenerazione dei beni comuni in una prospettiva più etica. Tutto ciò deve partire dalla cura e dalla presa in carico delle fragilità a 360 gradi. Questo deve passare attraverso un nuovo incontro tra valori spirituali e culturali, che si pone come baluardo ideale la Dottrina sociale della Chiesa.

In questa fase, fortemente segnata dall’emergere di nuove fragilità sociali, come già evidenziato dai dati Istat, occorre rimettere al centro i pilastri della DSC, ovvero la solidarietà, la sussidiarietà, la cura dei più poveri e la preservazione del Creato. Ognuno, sulla base di questi importanti principi, deve fare tutto il necessario per non privare alcuno dell’azione che può o vuole compiere, soprattutto in favore della collettività e dei cittadini in condizione di difficoltà economica.