Perché in inverno l’acqua è importante per il nostro corpo

È arrivato l’inverno, nel silenzio dei fiocchi di neve che cadono a terra leggeri, che sostituisce il rumore e lo spettacolo delle foglie che si distaccano ormai deboli dai rami per volare trasportate dal vento autunnale e per finire ai piedi degli alberi. È definito la stagione del nutrimento ed è un anello del ciclo continuo della vita come osserviamo in natura: ne è esempio la stessa foglia che dall’albero si stacca con i primi freddi autunnali e, posandosi a terra viene, nella stagione invernale, riassorbita dalle radici ed utilizzata come nutrimento per dare nuova linfa e mantenere in vita l’albero, ormai spoglio, che riposa paziente aspettando.

L’idea dell’inverno, quindi, è quella di ritirarsi, di isolarsi, di nascondersi, di riposarsi, come gli animali che vanno in letargo in luoghi riparati, o come i semi sotto la terra, dove si attivano e si preparano per prorompere come germoglio alla prossima primavera. Nella medicina tradizionale l’elemento che rappresenta l’inverno è l’acqua.

È un elemento ancestrale, fonte di vita ed inarrestabile, scorre, idrata, purifica. Trasporta nutrimenti come nei ruscelli di montagna ed è vitale. Il nostro corpo è composto per circa il 70% di acqua ed è sempre l’elemento acqua il primo con cui veniamo in contatto, da embrioni nella pancia della mamma, immersi nel liquido amniotico che ci avvolge, ci protegge, ci nutre. Per questo l’acqua ha una forza innata che ci porta a tesaurizzare le nostre facoltà, le capacità le energie fisiche e psichiche, in vista della stagione rigida da superare. C’è sia l’idea di conservare le forze vitali e di preservarle, sia l’istinto di vivere riservati e nascosti.

Nella medicina tradizionale antica l’acqua nel corpo umano è l’elemento che governa le strutture più profonde come il midollo spinale, il cervello, le ossa e midollo osseo. Per natura il suo flusso energetico scende verso il basso e quando non è in equilibrio può causare disarmonia in ogni aspetto del corpo-mente-spirito.

Alcuni segnali di squilibrio possono essere la fragilità delle giunture, la frequenza o infrequenza della minzione, vertigini capogiri o mancanza di equilibrio, reumatismi, artrite, depressione, paura, mancanza di volontà. Quando invece l’elemento acqua in noi è in equilibrio avremo come stati mentali positivi come determinazione, riflessività, forza di volontà, intelligenza intesa come capacità di comprendere meglio se stessi.

Osservando il viso, ci accorgiamo subito se questo elemento è più o meno in equilibrio poiché il colorito avrà una tonalità bluastra o nerastra, soprattutto attorno agli occhi, indice di sofferenza e debolezza dei reni e molto spesso sono proprio questi i colori preferiti nell’abbigliamento della persona.

Il nero è il colore che viene tradizionalmente attribuito all’acqua, perché essa scorre in abbondanza nelle profondità nascoste ed oscure del sottosuolo ma è un nero che mantiene, come il nero del carbone o della fuliggine, l’immagine della combustione; è un nero cupo, profondo, come quello degli abissi marini o degli spazi galattici, che pure serba una traccia o un riverbero della luminosità del sole o delle stelle che lo hanno attraversato. In questa visione sarebbe più logico immaginarlo come un colore blu-cobalto, molto profondo.

Altro segnale per sapere se nell’elemento acqua sia presente il nostro o l’altrui squilibrio è la voce che sarà più lamentosa, tendente al gemito, al sospiro ed influenzerà anche l’atteggiamento di continua lagna della persona, tendente al vittimismo.

Anche i sapori potranno darci un segnale importante; infatti, si avrà una predisposizione per i cibi molto salati e questo provocherà ritenzione di liquidi che tra l’altro è uno dei segnali di squilibrio dell’elemento acqua, ed innalzerà la pressione sanguigna. Il sale fa male al sangue, i sali controllano l’equilibrio idrosalino attraverso le funzioni dei reni.

Nella pratica della riflessologia plantare e nello shiatsu è possibile riequilibrare questo importante elemento con la naturale tecnica di digito pressione aiutando a far circolare e scorrere il flusso energetico appartenente agli organi di riferimento dell’elemento acqua, che sono reni e vescica urinaria.