Il lavoro: non semplice fonte di reddito ma diritto di ogni persona

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Foto di Miguel Á. Padriñán da Pixabay

Nei primi dodici articoli della Costituzione vengono affermati alcuni principi fondamentali che le danno un’impronta unica. Diversi si richiamano al costituzionalismo moderno, ma con uno sguardo molto attento alla realtà sociale in cui vengono elaborati e ai possibili sviluppi futuri in campo politico e sociale. Alcuni di questi sono principi fondanti del nostro ordinamento, quale nucleo essenziale in cui essa si radica, e che sono tuttora adeguati ai bisogni e ai caratteri della nostra società di oggi e a quelli che si intravedono per il futuro. Il principio democratico è un principio che fa da base a tutti gli altri, dal momento che non si può in uno Stato realizzare l’uguaglianza tra i cittadini, ottenere il rigoroso rispetto della persona umana e creare una situazione di libertà, senza la presenza di una solida democrazia. In tal senso, il principio personalistico rappresenta la garanzia costituzionale per la tenuta della democrazia.

La Costituzione riconosce il valore insopprimibile e inviolabile della persona umana, e quindi della pari dignità umana e sociale e dell’eguaglianza davanti alla legge, senza nessuna distinzione di sesso, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di posizioni personali e sociali. Da questo principio supremo la Costituzione deriva, prima di tutto, il diritto al lavoro, in tal senso la Repubblica è fondata sul lavoro, e tutti gli altri diritti civili: libertà personale, libertà di domicilio, libertà e segretezza della corrispondenza, libertà di circolazione e di soggiorno, libertà di riunione, di associazione, di professione religiosa, di propaganda e di culto, di pensiero, di stampa. Al medesimo principio si riconnettono anche tutti i rapporti sociali e le relative libertà, e i rapporti economici. Tale garanzia costituzionale dei diritti civili, sociali, economici, politici è concepita dalla nostra legge fondamentale non come un riconoscimento statico, ma come una realtà dinamica, in via di sviluppo, nel senso che, nel presente come nel futuro, i diritti fondamentali devono essere assicurati dalla Repubblica: in modo negativo, rimovendo gli ostacoli di ordine economico-sociale che possono ridurre di fatto la libertà e l’eguaglianza; in modo positivo, favorendo il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti ai vari livelli della vita sociale.

Pertanto, la persona, la sua tutela e la sua valorizzazione è un principio costituzionale inviolabile, perché è valore inviolabile su cui si fonda la nostra società. Anche nella sua proiezione nel lavoro e, ancora, prima nel suo presupposto, quello della sua dignità. Legato alla persona, alla sua dignità, all’uguaglianza, è il principio lavorista, in base combinato disposto dell’art. 1 e 4 Cost. Il lavoro, nella sua accezione più ampia, nel senso che il lavoro che non può prescindere dal rispetto della dignità della persona. Questo perché la carenza di lavoro, la sua precarietà, le condizioni ingiuste di lavoro ci portano a riflettere partendo dalla scelta dei nostri Padri costituenti rispetto alla Repubblica, che antepone l’uomo alla Stato enunciando, contemporaneamente, il valore della persona e della sua dignità.  Il lavoro, dunque, viene rappresentato non come una semplice fonte di reddito ma anche come un’attività che nobilita l’uomo e migliora la società. È importante la concezione del lavoro non solo come diritto ma anche come dovere verso la comunità sociale. Il tema, perciò, è di grande attualità, anche in considerazione della situazione economica e sociale globale, europea, nazionale e locale, rispetto al quale il valore del lavoro nella Costituzione mantiene il proprio ruolo guida.