Il popolo ha fame?
Qualcuno vuole
dargli le brioche

Andare al Governo è un grande onore. Rappresentare il Paese è il massimo per chi ha scelto di interessarsi al “bene comune”. Ma come dice un proverbio spagnolo “Gubernar no es asfaltar” (“asfaltare non è governare”). Non solo: guidare una nazione è diventato più difficile da quando ci troviamo in un sistema di economia globale, nel quale l'unico salvagente è rappresentato dalla qualità della classe politica e dalla competitività delle aziende. Tuttavia, con la globalizzazione, anche la famosa frase di Gianni Agnelli (“Va bene alla Fiat, va bene al Paese”) ha perso significato. 

E' bastato, infatti, un attimo e la nostra più importante realtà industriale ha spostato a Londra la sua sede fiscale, senza che né Renzi né l'allora sindaco di Torino Fassino provassero a intervenire. Nonostante l'opposizione di parte dei sindacati al suo piano d'investimento, Fiat ha deciso di trasferire all'estero la sua linea di produzione. A rimetterci è stato il lavoro degli italiani. 

In questa situazione, nella quale l’orizzonte della imprenditoria è il mercato globale, l’interesse del Paese può essere rappresentato e difeso solo dalla politica, dalla buona politica, la quale ha una visione che va più in là dei titoli dei giornali. 

Negli ultimi anni la capacità di governare le situazioni complesse è visibilmente diminuita. Per questi motivi siamo al penultimo posto in Europa per tasso di crescita. Dopo anni di promesse e annunici, a fronte di un Paese che indietro sul fronte della competitività, il Ministro Padoan ha detto che è ora di fare riforme “innovative”. Dubito, tuttavia, che chi ci ha guidato negli ultimi anni sia in grado di farle. 

Da tempo l'Italia, e in particolare la Pianura Padana, deve fare i conti con il problema dell'inquinamento atmosferico. I rischi connessi a questa criticità sono tanti, a partire dalla possibile procedura d'infrazione europea che potrebbe costarci oltre 1 miliardo di euro. Ci sono poi i problemi legati alla salute degli italiani. Lo smog può uccidere. Diverse persone con problemi respiratori sono morte prematuramente, altre vivono male

Il Movimento 5 Stelle, nelle città in cui è al governo, a partire da Torino, ha adottato misure ininfluenti. Colpisce poi l'affermazione d'impotenza del ministro Galletti: “Firmato il protocollo non posso sanzionare chi non lo rispetta”.  

Il governo ha il dovere d'intervenire, deve convocare sindaci e presidenti di Regione e firmare un documento che abbia al suo interno alcune misure decise per decreto che siano immediatamente esecutive.

Serve, ad esempio, un provvedimento che defiscalizzi la sostituzione delle vecchie caldaie e incentivi la sostituzione delle automobili più inquinanti. Servono poi delibere comunali che consentano la circolazione in città dei soli veicoli Euro 6 e di quelli a gas. A ciò si va aggiunto un piano per finanziare le linee metropolitane nelle grandi città. 

Dal punto di vista economico, poi, è necessaria una capacità e qualità di governo che, dobbiamo dirlo, non si può comperare al mercato. Il Prof. Asor Rosa ed Eugenio Scalfari hanno detto che nelle scuole bisogna insegnare meglio il 900. Personalmente alla futura classe dirigente consiglio di leggersi un po’ di libri sulla vita politica di Cavour, il più grande statista dell’800, l’architetto dell’Italia unita. In 13 anni ha unito il Paese politicamente ed economicamente, progettando la rete ferroviaria, realizzando la prima politica marittima, dando rilievo alla logistica il porto di Genova, facendo politica agraria con i canali Cavour e industriale con la nascita di Ansaldo che rifornì di locomotive la rete ferroviaria italiana e si mise in luce a livello internazionale. 

Per un Paese che prima del primo Traforo del Frejus aveva 1/4 del Pil inglese e che Metternich, solo 40 anni prima, aveva definito “una mera espressione geografica” l’Italia di Cavour rappresentò un successo con pochi precedenti. Ma chi si candida al governo deve avere anche una sensibilità umana perché molti recentemente hanno ricordato Maria Antonietta, la quale a chi protestava perché aveva fame  rispose “dategli una brioche”.