I giovani chiedono un’autentica tutela della “casa comune”

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L’essere umano, a causa degli eccessi consumistici degli ultimi decenni, è in gran parte responsabile dei cambiamenti climatici e delle sofferenze della Terra. Tutto ciò è accaduto per colpa di quello che, Papa Francesco, nell’enciclica Laudato si’, ha definito “antropocentrismo dispotico”, ovvero una forma di visione del mondo che, pur mettendo l’uomo al centro, lo vede totalmente indifferente nei confronti delle altre creature. Concretamente, questa concezione è rivelata dal fatto che gli Stati, a livello nazionale, non si preoccupano di mitigare gli effetti dei mutamenti ambientali, come denunciato dalle tante e dai tanti giovani che agiscono per chiedere vere politiche di contrasto al cambiamento climatico.

È fondamentale che, noi giovani, ci educhiamo a cascata all’ascolto dei segnali della Terra e delle creature che la popolano per poter subito cambiare approccio, modificare gli stili di vita, trasformare abitudini improntate ad un becero individualismo in esperienze di fraternità, condivisione e solidarietà reciproca.

La politica, le istituzioni nazionali e sovranazionali nel loro complesso devono obbligatoriamente focalizzare il loro agire su un’autentica tutela del Creato, mettendo al centro la salvaguardia del bene comune, le vite delle persone più fragili e povere ed il futuro delle nuove generazioni. I giovani però hanno il dovere di levare la loro voce e dimostrare che un nuovo e più equo avvenire è possibile, per noi e per la nostra “Casa comune”.