Il diritto all’accessibilità e alla mobilità universale

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Il diritto all’accessibilità e alla mobilità universale è fondamentale per garantire la piena partecipazione delle persone con disabilità ad ogni aspetto della società. La Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità, all’articolo tre, ci ricorda che l’accessibilità è un principio generale a cui tutti gli Stati Parti devono ottemperare. In Italia, dal punto di vista normativo, negli ultimi trentacinque anni, sono stati fatti dei passi avanti. Nel 1986 sono stati introdotti i Peba, ossia i Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche, a cui ha fatto seguito la legge 41/86 che, all’articolo 32, prevedeva che entro un anno avrebbero dovuto essere adottati dai Comuni e dalle Province. In seguito, la stessa legge 104 del 1992, all’articolo 24 comma 9, sottolineava l’importanza dell’accessibilità degli spazi e degli edifici urbani.

Ad oggi, a tre lustri di distanza, anche attraverso la recente Legge delega in materia di disabilità, dei miglioramenti sono stati messi in campo ma, dei luoghi del paese continuano ad essere scarsamente accessibili o inaccessibili alle persone con disabilità. Su questo aspetto, quindi, è fondamentale intervenire con vigore, partendo da un cambio di prospettiva in termini di diritto alla mobilità universale. I luoghi e gli edifici dovranno quindi essere progettati tenendo conto delle fragilità di tutti ed essere fruibili per ognuno di noi, indipendentemente dalla propria condizione. Questo deve essere un impegno di tutti a cui nessuno potrà sottrarsi. L’accessibilità è e dovrà essere sempre il primo verbo dell’inclusione.