Tutela dei diritti umani e dell’ambiente: la proposta dell’Ue

Parlamento europeo

HP ha annunciato, da qualche giorno, una serie di obiettivi ambiziosi volti a guidare un’industria tecnologica “più diversificata, equa e inclusiva”. La multinazionale californiana dell’informatica, attiva sia nel mercato dell’hardware che in quello del software e dei servizi collegati all’informatica, ovviamente non è la prima azienda ad aver fatto affermazioni “forti” sui progetti di sviluppo sostenibile.
La diversità e l’inclusione, infatti, sono all’ordine del giorno delle aziende tecnologiche, da anni ormai. Lesley Slaton Brown, Chief Diversity Officer di HP, afferma che la diversità e l’inclusione sono argomenti su cui l’azienda si è concentrata sin dal suo inizio nel 1939.

Oggi, HP ha circa 50.000 dipendenti in tutto il mondo con il 31% dei suoi ruoli di leadership e il 22% dei suoi ruoli tecnici attualmente ricoperti da donne, numeri che sembrano essere superiori alla media della maggior parte del settore. Al fine di migliorare ulteriormente questi numeri, HP ha annunciato tre obiettivi che, secondo Slaton Brown, l’azienda è determinata a raggiungere entro il 2030: parità di genere 50/50 (uomini/donne) nella leadership HP (definita come manager e dirigenti); oltre il 30% di donne con mansioni tecniche e specializzate in ingegneria; e pareggiare o superare la quota media sul mercato del lavoro delle minoranze razziali o etniche. Alla domanda di avere più informazioni sulla genesi di questi obiettivi e su cosa ha fatto HP fino ad ora per raggiungere una maggiore uguaglianza, sia che si tratti di genere, razza o etnia, all’interno dell’azienda, Slaton Brown risponde: “È fondamentalmente qualcosa su cui siamo sempre stati concentrati. Uno dei nostri obiettivi è stato quello di aumentare la rappresentanza di neri e afroamericani, in particolare presso HP, ma anche tra i fornitori e i collaboratori esterni. Abbiamo anche lanciato la nostra iniziativa sulla parità e sui diritti umani. Quando ci siamo separati nel 2015 da HP Co. Volevamo creare innanzitutto un consiglio di amministrazione diversificato. E così oggi il nostro consiglio è composto da circa il 45% di donne, il 35% di minoranze etniche e oltre il 60% di minoranze totali. Siamo uno dei consigli di amministrazione più diversificati nel settore tecnologico. L’importanza di costruire o sostenere un consiglio di amministrazione con queste caratteristiche consiste nel migliorare la visione dell’azienda e nel guidare l’azienda in una migliore strategia generale. Questa è stata una delle prime cose che abbiamo fatto, e da quando mi hanno assegnato questo ruolo, il mio obiettivo ruolo è stato quello di incorporare diversità, equità e inclusione in tutto ciò che facciamo”.

In Europa il Parlamento Europeo ha, da poco, chiesto l’adozione urgente di una legge UE per far sì che le aziende rispondano in caso di violazioni dei diritti umani e di attività illecite verso l’uomo e l’ambiente. La Commissione ha annunciato che presenterà la sua proposta legislativa in materia entro la fine dell’anno. L’iniziativa legislativa è stata adottata nel mese di marzo con 504 voti favorevoli, 79 contrari e 112 astensioni.

Le norme vincolanti UE sulla dovuta diligenza (“due diligence” in inglese) obbligheranno le imprese a individuare, valutare e prevenire gli effetti negativi potenziali o effettivi che possono comportare le loro attività e che potrebbero violare i diritti umani (compresi i diritti sociali, sindacali e del lavoro), danneggiare l’ambiente (contribuendo al cambiamento climatico o alla deforestazione, per esempio) e la buona governance (come la corruzione e le tangenti). Le imprese che vorranno accedere al mercato unico europeo, comprese quelle con sede al di fuori dell’UE, dovranno dimostrare il rispetto degli obblighi di dovuta diligenza in materia di ambiente e diritti umani.

Il Parlamento chiederà misure aggiuntive, tra cui il divieto di importare prodotti legati a gravi violazioni dei diritti umani, come il lavoro forzato o minorile. Gli accordi internazionali dell’UE includeranno questi obiettivi nei loro capitoli sul commercio e lo sviluppo sostenibile.

Al fine di garantire un effettivo risarcimento per le vittime, le imprese saranno ritenute responsabili delle loro azioni secondo le leggi nazionali e saranno sanzionate per i danni che le imprese sotto il loro controllo causeranno o contribuiranno a causare, a meno che non dimostrino di aver adottato tutte le misure ragionevoli per prevenire tali danni. L’europarlamentare Lara Wolters ha dichiarato: “Questa nuova legge sugli obblighi di dovuta diligenza aziendale stabilirà lo standard per una condotta commerciale responsabile in Europa e non solo. Ci rifiutiamo di accettare che la deforestazione o il lavoro forzato facciano parte delle catene di fornitura globali. Le imprese dovranno prevenire e affrontare i danni causati alle persone e al pianeta nelle loro catene di approvvigionamento. Le nuove regole forniranno alle vittime il diritto legale per richiedere supporto e risarcimenti, e garantiranno equità, parità di condizioni e chiarezza legale per tutte le imprese, i lavoratori e i consumatori”.

“Il nostro obiettivo e la nostra visione è diventare l’azienda tecnologica più sostenibile e giusta al mondo. E quindi non possiamo solo dire che dobbiamo farlo” continua Slaton Brown, “ed è questo che amo della cultura di HP: si sta muovendo seriamente in questa direzione e sta sostenendo tutte le azioni che ci porteranno ad essere totalmente sostenibili entro il 2030.”