Buon compleanno Sean Connery: la bellezza questa volta fa 90

Un compleanno speciale per il più grande sex symbol di tutti i tempi. Elegante, sinuoso, gentiluomo provocatore e dal tipico humor british

Novant’anni fa, il 25 agosto del 1930, a Edimburgo nasceva Sean Connery. Un compleanno speciale per un attore formidabile che nella sua carriera è riuscito a prendere parte a progetti diversi e affascinanti imprimendo sempre il suo inconfondibile marchio di fabbrica: lo stile.

 

Il compleanno del più grande sex symbol di tutti i tempi

Elegante, sinuoso, gentiluomo provocatore e dal tipico humor british, sir Connery (ha ricevuto la nomina ufficiale nel 2002) si è ritirato dalle scene ormai da diversi anni ma la sua icona difficilmente verrà dimenticata.

In Italia lo abbiamo visto per l’ultima volta nel 2007 quando venne alla Festa del Cinema di Roma per ritirare un premio alla carriera (il Marco Aurelio d’oro) che fa bella mostra di se in una bacheca spoglia di riconoscimenti pari al suo successo: un Oscar come miglior attore non protagonista (per “Gli intoccabili” di Brian De Palma), tre Golden Globes, un po’ di ovvi riconoscimenti in patria e una trentina di premi alla carriera (tra cui perfino un Telegatto).

 

I premi

Vincitore di un Premio Oscar, tre Golden Globe e due Premi BAFTA, Sean Connery ha raggiunto la celebrità grazie al personaggio di James Bond, interpretazione riconosciuta dalla quasi unanimità della critica e del pubblico come la migliore in assoluto, ma nel suo “book” artistico compaiono anche registi del calibro di Alfred Hitchcock e Sidney Lumet.

Riviviamo insieme un breve percorso cronologico attraverso i cinque ruoli più iconici di una carriera senza eguali.

©studiogiochi sas

Agente 007 – Licenza di uccidere (1962)

Il fascino unico e irripetibile di James Bond resiste ancora oggi, a distanza di quasi sessant’anni dall’esordio sul grande schermo e 25 film a lui dedicati. Per i puristi però, e non solo per loro, Sean Connery è stato il Bond per eccellenza. Raffinato, elegante, garbato ma mascalzone. L’attore scozzese è riuscito subito a tracciare la strada perfetta per un personaggio che ancora oggi fa sognare gli appassionati di tutto il mondo divenuto un’icona di stile nel momento in cui pronuncia (per la prima volta) il suo nome e cognome accendendosi una sigaretta durante una partita di carte. Il resto, va da sé, lo hanno fatto la presenza dei magnifici titoli di testa, la celebre apertura con la sequenza gunbarrel, il ricorrente leitmotiv sonoro e ovviamente la presenza della prima, indimenticabile, Bond girl: Ursula Andress.

 

Il nome della rosa (1986)

Nel bene o nel male, dopo aver visto Il nome della rosa, nelle nostre menti Guglielmo da Baskerville avrà sempre il volto di Sean Connery. Chiaramente tratto dal romanzo di Umberto Eco, il film di Jean-Jacques Annaud è riuscito nella difficile sfida di adattare uno dei romanzi di maggior successo e mistero di sempre. Connery è semplicemente perfetto per la parte anche, se prima di lui, vennero presi in considerazione illustri colleghi quali Michael Caine, Jack Nicholson, Marlon Brando e Robert De Niro.

 

The Untouchables – Gli intoccabili (1987)

Diretto da Brian De Palma e forte di un cast stellare che comprende, tra gli altri, Robert De Niro, Kevin Costner e Andy Garcia, The Untouchables – Gli intoccabili è probabilmente il titolo più importante della carriera di Sean Connery perché è l’unico che gli ha permesso di vincere un premio Oscar, come miglior attore non protagonista. Il suo Jimmy Malone, in effetti, è capace di donare alla pellicola un’aura quasi mitologica. Connery ha un quid in più che rende l’avventurosa caccia al crimine contro Al Capone qualcosa dal sapore antico, quasi magico, in gradi di appassionare e lasciare a bocca aperta gli spettatori. L’attore interpreta una sora di “vecchia guardia” che dovrà accompagnare i giovani per poi cedere loro il passo, tramandando valori perduti e sperando in un mondo migliore. Uno dei ruoli più malinconici della sua carriera.

 

Indiana Jones e l’ultima crociata (1989)

Per molti appassionati, il terzo capitolo delle avventure di Indiana Jones è il più riuscito di tutti. Il merito è sicuramente di una storia unica e incredibile, ma anche di un personaggio che ha fatto breccia nel cuore di molti. Connery interpreta infatti il papà stralunato di Indy in quella che diventa prima di tutto una saga familiare più che avventurosa. L’alchimia tra Harrison Ford e Sean Connery è il segreto del successo di questa improbabile coppia comica. Un duo amalgamato alla perfezione in grado di alternare sapientemente l’incalzante ritmo action a una linea comica sempre presente e funzionale. Spielberg non scelse a caso Connery come interprete. Anzi, si trattava per lui di una vera fonte di ispirazione in quanto ha da sempre dichiarato che il “vero” padre di Indiana Jones fosse proprio James Bond.

 

 Scoprendo Forrester (2000)

L’improbabile rapporto di amicizia tra un adolescente afroamericano e un burbero anziano scrittore è ancora oggi uno dei titoli più amati della carriera di Gus Van Sant nonché uno dei film maggiormente conosciuti all’interno della filmografia di Sean Connery. Complice anche il fatto che si tratta del penultimo lavoro dell’attore (che chiuderà la carriera con un ruolo più debole all’interno del fantasy La leggenda degli uomini straordinari), in Scoprendo Forrester l’interprete scozzese lascia il segno incarnando alla perfezione le sembianze di un professore di vecchio stampo, in un cammino di formazione biunivoco in cui l’incontro tra due opposti si dimostrerà vitale per entrambe le parti.