Ucraina tra l’incendio a Chernobyl e l’emergenza Coronavirus

Continuano ad estendersi le fiamme oltre i 35 ettari. Le autorità di Dnipro preparano 600 fosse per le vittime del virus

nucleare

L’Ucraina è impegnata su due difficili fronti. Nell’area di Chernobyl, teatro del peggior incidente nucleare della storia, i vigili del fuoco cercano di domare le fiamme di uno spaventoso incendio. Mentre, rimane alta l’attenzione sull’emergenza sanitaria del Coronavirus, con le autorità che preparano 600 fosse per le vittime.

L’incendio di Cherrnobyl

Qualche giorno fa, nella zona limitrofa a Chernobyl si è espanso un incendio che ha occupato varie unità dei vigili del fuoco, preoccupati per l’aumento del livello di radiazioni. Oggi, l’incendio nella zona forestale di Kotovsky, che si trova all’interno dell’area di esclusione della centrale nucleare, ha raggiunto un’estensione di 35 ettari a causa di una raffica di vento. Lo ha detto il Servizio di Stato per le situazioni di emergenza dell’Ucraina. Le radiazioni, ha sottolineato il centro, sono entro i limiti normali, anche nei pressi di Kiev. Le forze dell’ordine ucraine hanno identificato una persona sospettata di essere l’autore dell’incendio ed è stato aperto un procedimento penale. Lo riporta Ria Novosti.

 

Il fronte Coronavirus

Le autorità comunali di Dnipro, in Ucraina orientale, hanno preparato oltre 600 fosse per accogliere le vittime dell’epidemia di Covid-19: una decisione che ha diviso l’opinione pubblica perché al momento in città si contano 13 casi e ufficialmente non si registrano decessi provocati dal nuovo coronavirus. “Ci prepariamo al peggio”, ha scritto la settimana scorsa su Facebook il sindaco di Dnipro, Boris Filatov. Iulia Vitvitska, portavoce del primo cittadino, ha spiegato all’agenzia FrancePresse che sono state scavate 615 fosse e sono stati preparati 2.000 sacchi per cadaveri.

Le reazioni

Ivan Krasikov, un attivista locale, pensa che le parole del sindaco abbiano destato ansia tra gli abitanti. “Tutto ciò aumenta il panico“, ha detto. Ma Yan Valetov, uno scrittore di Dnipro, ritiene che le autorità comunali abbiano fatto “la giusta mossa psicologica”, che incentiverà la gente a essere cauta. Filatov ha risposto alle critiche con un altro post su Facebook. “Non si tratta di panico ma di logistica“, ha scritto. In Ucraina vivono 40 milioni di persone e ci sono 3.900 ventilatori polmonari, un numero che il ministero della Salute ritiene insufficiente. Secondo le autorità, potrebbero essere contagiati dal nuovo virus tra i 7 e i 22 milioni di ucraini.