Plastica marina, veleno per gli uccelli

Tra le zone più a rischio c'è il Mediterraneo e il mar Nero

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Foto di Naja Bertolt Jensen su Unsplash

La plastica è un micidiale killer per gli uccelli marini in estinzione e le aree più a rischio sono nel Mediterraneo e nel mar Nero e nelle zone economiche esclusive (ZEE) di Stati Uniti, Giappone e Regno Unito

Le aree più a rischio di plastica marina

Identificate le aree ad alto rischio di esposizione alla plastica marina per gli uccelli marini oceanici chiamati procellarie. Sono le aree nel Mediterraneo e nel mar Nero, nonché in alto mare e nelle zone economiche esclusive (ZEE) di Stati Uniti, Giappone e Regno Unito e sono descritte in uno studio pubblicato su Nature Communications. I risultati evidenziano la necessità di una migliore cooperazione e collaborazione internazionale per affrontare la minaccia globale dell’inquinamento da plastica. Molte specie di uccelli marini sono particolarmente sensibili all’inquinamento da plastica poiché spesso ingeriscono plastica o vi rimangono impigliati.

Quali sono gli uccelli marini a rischiare di più

Gli uccelli marini oceanici come le procellarie, che coprono grandi distanze durante il nutrimento e la migrazione, corrono un rischio maggiore poiché trattengono la plastica per periodi più lunghi a causa della struttura del loro tratto digestivo. Molte specie di procellaria sono anche considerate minacciate e probabilmente vulnerabili ai pericoli della plastica. Dato l’aumento dell’inquinamento marino da plastica e la sua distribuzione irregolare in tutto il mondo, capire dove gli uccelli marini incontrano e sono a rischio a causa della plastica è fondamentale per informare le azioni di mitigazione e conservazione.

L’indagine del BirdLife International di Cambridge

Per indagare sulla sovrapposizione tra procellarie e plastica oceanica, Bethany Clark e colleghi del BirdLife International di Cambridge in Gran Bretagna hanno quantificato il rischio di esposizione alla plastica per 77 specie di procellarie, tra cui berte, fulmari e prioni, su scala globale. Hanno esaminato la sovrapposizione nello spazio e nel tempo tra le stime della densità della plastica marina e i dati di tracciamento individuali di oltre 7.000 uccelli. Gli autori hanno confrontato i rischi di esposizione tra popolazioni, stagioni e giurisdizioni, comprese le aree di alto mare al di fuori delle ZEE che sono al di fuori della giurisdizione nazionale delle nazioni costiere.

Tra quelle più a rischio ci sono le specie in estinzione

Hanno scoperto che le specie minacciate, come la berta minore delle Baleari, la berta maggiore di Newell e le procellarie hawaiane, hanno un rischio di esposizione maggiore. Ciò è particolarmente preoccupante per le specie che hanno già un rischio maggiore di estinzione a causa di altre minacce, come le specie invasive, la pesca e il cambiamento climatico. Gli autori hanno scoperto che il rischio di esposizione si è verificato principalmente al di fuori delle ZEE in cui gli uccelli si riproducono, e quindi solo la mitigazione dell’inquinamento da plastica all’interno delle ZEE non proteggerebbe adeguatamente la maggior parte delle specie. Gli autori sostengono che la collaborazione internazionale è fondamentale per affrontare gli impatti della plastica marina su un’ampia varietà di specie.
Fonte: Agi