Palù (Aifa): “Nuovi indizi sulla fuga del Covid dal laboratorio cinese”

Palù: "Nella proteina Spike appare inserita una sequenza appartenente a un gene umano e assente da tutti i genomi dei virus sinora sequenziati"

Si rafforza l’ipotesi che considera la fuga del coronavirus da un laboratorio cinese come causa scatenante della pandemia. “Lo spillover con salto di specie animale-uomo potrebbe essere stato compiuto per cause accidentali da un virus del pipistrello sperimentalmente adattato a crescere in vitro”, afferma in un’intervista al Corriere della Sera, il presidente dell’Agenzia del Farmaco (AIFA) Giorgio Palù.

Palù: “Manipolazione a scopo di ricerca”

Secondo l’esperto, riportato da TgCom24, “si può ipotizzare una manipolazione effettuata per soli scopi di ricerca, non certo con intenzioni malevole. Non sarebbe la prima volta che un virus scappi per sbaglio da un laboratorio ad alta sicurezza”.

Palù pone l’accento su “un dato suggestivo che andrà comunque confermato da ulteriori verifiche di altri ricercatori”. Il ceppo prototipo di Wuhan, “quello che ha cominciato a manifestarsi in Cina con forme gravi di polmonite, e tutte le varianti che ne sono derivate, anche quelle considerate non interessanti nella classificazione internazionale, presentano una caratteristica affatto peculiare”.

La sequenza appartenente a un gene umano

Nel gene che produce la proteina Spike (quella che il virus utilizza per agganciare la cellula da infettare) appare inserita una sequenza di 19 lettere appartenente a un gene umano e assente da tutti i genomi dei virus umani, animali, batterici, vegetali sinora sequenziati. La probabilità che si tratti di un evento casuale “è pari a circa una su un trilione. Una sequenza essenziale perché conferisce al virus la capacità di fondersi con le cellule umane e di determinare la malattia”, conclude Palù. Mistero risolto? La strada sembrerebbe ancora lunga.

Chan: “A Wuhan è spuntato un unicorno”

Che “l’ipotesi più probabile sull’origine del Covid resti una fuga di laboratorio” lo disse – nel corso di un’audizione davanti alla commissione Scienza e Tecnologia del Parlamento britannico lo scorso 15 dicembre – anche la dottoressa Alina Chan, specialista in terapia genica e ingegneria cellulare del Mit e di Harvard. “Molti virologi di fama hanno affermato che è un’ipotesi ragionevole – ha detto -. Sappiamo che questo virus ha una caratteristica unica, chiamata sito di clivaggio della furina, e senza questa caratteristica non avrebbe causato la pandemia”.

E sarebbe proprio questa caratteristica a portare direttamente a Wuhan. Perché, ha ricordato la scienziata, un’organizzazione non governativa con sede negli Usa, EcoHealth, “e l’Istituto di virologia di Wuhan stavano sviluppando un sistema per l’inserimento di nuovi siti di clivaggio della furina”. “Quindi – ha concluso – abbiamo questi scienziati che all’inizio del 2018 dicono, ‘metteremo dei corni sui cavalli’ e alla fine del 2019 a Wuhan spunta un unicorno”.