Poca Italia, la Spagna è in finale di Nations League

A Milano le Furie Rosse battono gli azzurri e aspettano la vincente di Belgio-Francia di domani. Per l’Italia, consolazione, con la finalina per il terzo posto

foto Matteo Gribaudi/Image Sport (foto d'archivio)

In finale di Nations League va la Spagna, l’Italia deve accontentarsi della finale per il terzo posto. Vince la Spagna che vendica la sconfitta nella semifinale europea di Wembley, e lo fa grazie ad un primo tempo di spessore, con l’Italia incapace di carburare ed entrare in partita anche se ha avuto due colossali occasioni per fare gol. Quelle occasioni che la Spagna non ha fallito andando prima dell’intervallo sul doppio vantaggio con lo scatenato Torres. Bonucci lascia i suo in dieci prima dell’intervallo e nella ripresa Mancini ridisegna la squadra. Che ci mette più cuore e determinazione, la riapre con Pellegrini, ma non basta. Vince la Spagna e per quello che si è visto, con merito. Troppi gli errori dei protagonisti di Wembley per sperare nel bis europeo.

Italia e Spagna, ci risiamo

Italia e Spagna si ritrovano tre mesi dopo la semifinale di Euro2020 del 5 luglio a Wembley. Nello scenario di Wembley è ancora semifinale, di Nations League. Molti cambi nelle due formazioni rispetto a Wembley. Quattro cambi per Luis Enrique (Pau Torres per Eric Garcia, Gavi per Pedri, Alonso per Jordi Alba, Sarabia per Dani Olmo, mentre Mancini si ritrova con due interpreti in meno: Bernardeschi ha preso il posto dell’infortunato Immobile, mentre Bastoni parte dall’inizio con Chiellini in panchina. Modulo speculare per Mancini e Luis Enrique, entrambi in campo con il 4-3-3. Mancini, come detto, sceglie Bernardeschi falso nueve, con ai lati nel tridente offensivo Insigne e Chiesa. In mezzo confermatissimi Jorginho, Barella e Verratti. Centrali davanti a Donnarumma Bonucci e Bastoni, a destra Di Lorenzo, a sinistra Emerson Palmieri. Nella Spagna, tridente offensivo con Ferran Torres, Oyarzabal e Sarabia. A centrocampo gioca Gavi, classe 2004, unitamente a Busquets e Koke. Dietro, tra i pali Unai Simon, centrali Laporta e Pau Torres, a destra Azpilicueta, a sinistra Marcos Alonso. A dirigente l’incontro, chiamato il russo Sergei Karasev.

Fischi a Donnarumma

Non doveva succedere, ma è successo. Gli striscioni prima della partita contro Dunnarumma, hanno poi trovato riscontro in una parte di San Siro, inizialmente pochi, aumentati con il passare dei minuti, che hanno preso a fischiare il numero uno azzurro. Deplorevoli, perché in campo, non c’era il Psg, c’era l’Italia, che Donnarumma ha difeso fino ad essere uno degli indelebili protagonisti della vittoria europea di tre mesi fa. Innegabile che il calciatore ne ha subìto le conseguenze, sbagliando qualcosa, perdendo un pizzico di lucidità e tranquillità.

Troppo errori, Spagna in carrozza

Che la Spagna sia una gran bella squadra, non dovevamo certo scoprirlo stasera. Squadra corta, gran palleggio, possesso palla infinito quasi a sfiancare l’avversario. però l’Italia ci ha messo del suo. Qualche sbavatura di troppo dietro, slegati i due centrali, spagnoli che sugli esterni spingevano e facevano male. Quasi sempre in superiorità, per un centrocampo evanescente, dove Verratti e Jorginho non hanno mai inciso come ci si aspettava. Eppure mai era successo che contro la Spagna l’Italia tirasse in porta così tante volte. Ci prova subito Chiesa, bravo Unai a distendersi in tuffo e smanacciare fuori. Partita molto tattica, decisa in mezzo al campo, dove le Furie Rosse sembravano in costante superiorità.

Ferran Torres, doppietta fatale

Il dominio territoriale degli spagnoli, si concretizza al minuto 17, quando Oyarzabal la mette in mezzo di giustezza, difesa azzurra impreparata. Tutto facile per l’attaccante del Manchester City, pronto a deviare al volo sotto misura: 1-0 Spagna. E a stretto giro poteva arrivare il raddoppio. Donnarumma non controlla un pallone che gli scivola dalle mani e finisce sul palo. Brividi. Eppure l’Italia non demorde. Non brillante, ma Di Lorenzo non è preciso nella conclusione a rete di testa dopo un centro di Insigne. L’Italia insiste, brava ad uscire dal pressing spagnolo, Jorginho lancia a destra Bernardeschi che si accentra , rientra su sinistro e calcia stretto. Deviazione di Unai e palo. Non fortunata l’Italia. Poi ci pensa Insigne a divorarsi il facile 1-1 quando sotto misura, a porta spalancata, spara alle stelle. La Spagna torna a macinare gioco, sorretta da un centrocampo tutto fosforo. Bonucci alza troppo il gomito su Busquets, già ammonito. Karasev estrae il rosso, Italia in dieci. Due di recupero, che la Spagna sfrutta con la forza dei nervi distesi. Ancora Oyarzabal, centro morbido per Ferran Torres che da due passi deve solo appoggiarla di testa in rete: 2-0, che mazzata prima dell’intervallo.

Mancini cambia, Chiesa si ferma sul palo

La squadra va riequilibrata, soprattutto dietro: fuori Bernardeschi, dentro Chiellini. Lascia il campo anche Torres  per problemi fisici, dentro Yeremi Pino. Poi, doppio cambio per Mancini che gioca la carta Locatelli e Kean, a fargli posto Verratti e Insigne. Azzurri disposti 4-4-1. Non è serata e se ne accorge Chiesa che scappa via in campo aperto seppur in posizione defilata. Gran botta, palla sul palo. E’ l’ora di Pellegrini poco dopo l’ora di gioco. Dentro il romanista, fuori Jorginho. L’Italia spinge, con tanto cuore e furia agonistica. Chiellini recupera palla e spinge i suoi. Italia-Spagna si fa maschia e diventa una corrida. Fuori anche Barella, dentro Calabria a venti dalla fine.

La riapre Pellegrini

Palla a un tocco, tutto di prima, la Spagna difende con ordine, ma l’Italia attacca ventre a terra. Con tanto cuore, ma poco ordine tattico. Doppio cambio anche per Lui Enrique: fuori Sarabia e Koke, dentro Gil e Merino. Spagnoli in controllo della gara, Italia che non riesce ad incidere. Super Donnarumma salva il 3-0 su Marcos Alonso che aveva colpito a botta sicura. Dieci alla fine, giro palla spagnolo, azzurri sulle gambe, in attesa, che non serve. Cronometro che scandisce maledettamente il tempo che manca alla fine. D’improvviso il guizzo azzurro che nasce da una palla recuperata da Chiesa. Lo juventino si invola verso la porta di Unai, vede a rimorchio Pellegrini e lo serve. E il romanista non sbaglia: 1-2 a sei più recupero dalla fine. Fuori Gavi, dentro Sergi Roberto nella Spagna. Cinque di recupero, per le speranze azzurre. Pochi, perché il cuore non basta. Vince la Spagna che domenica sera qui al Meazza alle 20.45 affronterà la vincente di Belgio-Francia in programma domani sera a Torino. Per l’Italia, la magra consolazione della finale per il terzo posto contro la perdente di Belgio-Francia, alle 15 di domenica a Torino. Un po’ poco, perché francamente, si poteva fare di più.