Perizie sul crollo del Ponte Morandi: la decisione del Gip

Il processo per il crollo del ponte sulla Valpocevera è ripreso il 14 luglio. Era stato sospeso a causa dell'emergenza coronavirus

Nel corso dell’udienza del secondo incidente probatorio, il giudice per le indagini preliminari, Angela Nutini, ha deciso per la proroga al 31 ottobre della perizia sulle cause del crollo del ponte Morandi, il viadotto collassato il 14 agosto 2018 causando la morte di 43 persone.

Le ispezioni e le ipotesi

Nonostante il lockdown causato dal coronavirus, i periti del gip e i consulenti della procura e delle parti hanno rivisto tutto il progetto dell’ingegnere Riccardo Morandi e del suo ponte sulla Valpolcevera. Hanno esaminato tutti i calcoli e visto se corrispondessero a quanto effettivamente realizzato. Già nella prima perizia, quella che fotografava le macerie al momento del crollo, erano emerse delle discrepanze tra il progetto originario e il prodotto finale. Tra le ipotesi del crollo c’è il cedimento degli stralli che sorreggeva l’infrastruttura.

Il processo

Il processo per il crollo del Ponte Morandi, è ripreso il 14 luglio con il secondo incidente probatorio. Le udienze, erano iniziate lo scorso anno, ma sono state sospese a causa della pandemia causata dal coronavirus.

Sono 71 le persone che risultano indagate per l’inchiesta, tra ex vertici di Autostrade per l’Italia (Aspi) e Spea e dirigenti del ministero delle infrastrutture, oltre alle due società per responsabilità amministrativa. A vario titolo le accuse sono di omicidio colposo plurimo, disastro colposo, attentato alla sicurezza dei trasporti e falso.