Scandalo Expo, più indagati che manager

Non c’è fine per lo scandalo Expo 2015. Arriva un altro avviso di garanzia e l’ennesimo nome finisce sul registro degli indagati. Nel mirino di un’inchiesta partita dalla procura di Milano è finito stavolta Antonio Acerbo, direttore costruzioni del “Padiglione Italia” nonché subcommissario con delega alla realizzazione del Progetto “Vie d’Acqua”.

Acerbo è indagato per corruzione e turbativa d’asta nell’ambito di un filone della stessa inchiesta che ha portato, nei mesi scorsi, ad altri arresti eccellenti (Primo Greganti, Luigi Grillo, Gianstefano Frigerio) e che ha svelato l’esistenza di una “cupola” in grado di gestire un complesso sistema di scambi, appalti e tangenti. Sembrerebbe che di questa rete sia stato a conoscenza anche Acerbo, il quale avrebbe manipolato la gara d’appalto per il progetto “Vie d’Acqua” in favore della Maltauro spa, la società di cui è titolare Enrico Maltauro, costruttore veneto già arrestato lo scorso maggio.

In un comunicato del procuratore di Milano, Edmondo Bruti Liberati, viene spiegato che “sono state eseguite perquisizioni nei luoghi in disponibilità dell’indagato Antonio Acerbo, cui è stata contestualmente notificata informazione di garanzia per i reati di turbativa d’asta e corruzione, commessi a Milano fino al 10 luglio 2013″. Con lui risultano indagate anche altre persone. I magistrati hanno inoltre ordinato “l’esibizione degli atti e dei documenti” relativi al progetto in questione presso “Expo Spa e Metropolitana Milanese Spa”.

Maltauro è stato scarcerato poche settimane dopo il suo arresto, grazie all’atteggiamento di collaborazione dimostrato durante gli interrogatori dei magistrati. Ed è proprio della lunga amicizia con Acerbo che l’imprenditore si sarebbe giovato per aggiudicarsi l’appalto milionario, ottenuto grazie anche alla collaborazione di Frigerio, ex deputato della Democrazia Cristiana, e di Angelo Paris, altro manager Expo finito agli arresti lo scorso maggio. In cambio, Acerbo avrebbe intascato una cospicua somma di denaro. Inoltre, sono stati iscritti al registro degli indagati ulteriori soggetti, la cui identità rimane per adesso ignota, che avrebbero svolto il ruolo di intermediari tra le parti. Su richiesta dell’ad di Expo Giuseppe Sala, Acerbo si è dimesso dall’incarico di commissario delegato di Expo 2015, ma resta in carica come responsabile unico per il procedimento di Padiglione Italia