Sicurezza e cultura a Roma: le festività come prova generale del Giubileo 2025

Nell'anno giubilare (2025) la capitale avrà 30 milioni di pellegrini e il sistema regionale del 112 "si sta sempre più impegnando nel poter disporre per allora di una capacità operativa senza che vi sia dispersione di energie e senza il rischio di sovrapposizione"

Giubileo
La capitale si prepara al Giubileo. Nell’anno santo del 2025 la città di Romariceverà 30 milioni di pellegrini. Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca è intervenuto alla presentazione del report 2023 sull’attività della Centrale unica regionale del 112. Il governatore laziale ha evidenziato che “con un così elevato numero di pellegrini la macchina operativa del 112 deve essere pronta ogni momento. Senza incertezze“. Secondo Rocca “il sistema regionale del 112 si sta sempre più impegnando nel poter disporre per allora di una capacità operativa. Senza che vi sia dispersione di energie. E senza il rischio di sovrapposizione. Arrivando ad avere un mosaico che sappiamo comporre”. Intanto la Santa Sede sarà ad Osaka per Expo 2025. Dal 13 aprile al 13 ottobre 2025 si svolgerà a Osaka, in Giappone, l’Esposizione Universale del 2025. La Santa Sede, grazie alla collaborazione con il Padiglione Italia, sarà presente all’evento per organizzare eventi culturali e importanti mostre d’arte. L’arcivescovo Rino Fisichella è il Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione. Si occupa della Sezione per le Questioni Fondamentali dell’Evangelizzazione nel Mondo. Ed è incaricato dal Papa di predisporre e curare la partecipazione ufficiale della Santa Sede alla prossima Esposizione Universale. Il Pontefice, in qualità di Commissario Generale, ha nominato due Vice Commissari per l’evento. E cioè  monsignor Pietro Bongiovanni, parroco di San Salvatore in Lauro. E padre Nuno Alexandre Henriques De Lima, parroco della Tamatsukuri Catholic Church, St. Mary’s Cathedral di Osaka.
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Giubileo delle speranze

Il tema del Padiglione della Santa Sede sarà “La Bellezza porta Speranza“. Spiega monsignor Fisichella: “L’uomo di oggi vive di molteplici speranze grazie all’avanzamento del progresso della scienza e della tecnologia.  Ma, come già espresso per il tema del Giubileo 2025, anche quello di Expo vuole comunicare l’importanza della Speranza, al singolare, che viene solo da Dio. L’uomo ha ancora bisogno di sperare“. Nel frattempo occorre guardare ai risultati raggiunti, ma anche alle sfide future che a Roma, sul tema della sicurezza, sono parecchie. Cominciando dal Giubileo e dall’emergenza dei morti sulle strada, fino alla violenza sulle donne. Questo il riassunto della conferenza a Palazzo Valentini in prefettura a Roma. Dove si è riunito il comitato per l’ordine e sicurezza pubblica. Con il prefetto Lamberto Giannini. Assieme al sindaco Roberto Gualtieri. Al questore Carmine Belfiore. Al comandante provinciale dei carabinieri Marco Pecci. E al comandante provinciale della guardia di finanza Gavino Putzu. “Il 2023 è stato particolarmente impegnativo sul fronte dell’ordine pubblico. E lo sarà anche il 2024″, precisa Giannini. Per il futuro tra le sfide più importanti c’è proprio quella del Giubileo.
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Francesco Rocca con Papa Francesco (@crocerossa)

Al lavoro

“Abbiamo potenziato il contrasto alle infiltrazioni mafiose. Abbiamo fatto già 28 interdittive antimafia a imprese che non potranno partecipare agli appalti per l’Anno Santo”, annuncia Giannini. “Il tavolo della sicurezza, coordinato dalla prefettura, è al lavoro per un pianificazione molto complessa”, evidenzia Gualtieri. Ricordando che per l’anno giubilare sono attesi 35 milioni di pellegrini. Ma Comune e forze dell’ordine non hanno paura del risultato. Forti, hanno ribadito, della gestione di questi mesi. Dai grandi concerti al Circo Massimo, come quello “di Vasco Rossi, dei Maneskin”. O come quello di Travis Scott. “Artista di fama internazionale che ha richiamato tantissime persone”, ricorda il prefetto della capitale. Arrivando anche alle manifestazioni, soprattutto quelle dopo lo scoppio della guerra tra Israele e Palestina. O quella contro la violenza sulle donne dopo la morte di Giulia Cecchettin. Che hanno assunto dimensioni molto più grandi rispetto a quelle preventivate. Per il sindaco e il prefetto “il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica ha sempre lavorato per il meglio. E si è riunito più volte anche per aumentare di “centinaia di persone gli addetti alla sicurezza”. È sul contrasto alla violenza sulle donne che Giannini ha detto di voler prendere di petto la situazione. Convocando una conferenza di servizi per il 9 gennaio. Per mettere a punto delle iniziative. Giubilei

Sicurezza

Per quando riguarda la sicurezza, dovuta anche alla situazione internazionale, è stata già prevista “grande attenzione”. E costante impegno per la vigilanza agli obiettivi sensibili, come le scuole ebraiche”, assicura Giannini. Per le istituzioni, Roma “è sicura”. Ed ora che sono anche aumentati i controlli e arriveranno i fondi per l’illuminazione, lo sarà ancora di più. Ma si può sempre fare meglio. “Non posso non esprimere una dolorosa insoddisfazione sul tema della sicurezza stradale. Nonostante un gradissimo impegno abbiamo ancora troppe morti sulle strade”, osserva Gualtieri. Altra sfida è il rilancio culturale della capitale. “Chi fa il teatro e chi vede il teatro immagina se stesso con i panni di qualcun altro e di solito è un cittadino migliore. Si comincia subito, da piccoli, quando si va a scuola. Questo è un atto fondamentale per chi ricopre il mio ruolo ed è il vero lavoro di un teatro pubblico”, sostiene Francesco Siciliano. Il neopresidente del Teatro di Roma commenta l’intenzione della Regione Lazio di stanziare in bilancio 24 milioni euro in favore dei teatri del territorio. In prima battuta sembra andranno per l’acquisto del Teatro Eliseo. Ma poi il presidente Francesco Rocca precisa che saranno “per la valorizzazione di tutta la filiera dei teatri”.

Cultura per il Giubileo

“Non entro nel merito della questione dell’Eliseo. Non sta a me dare un giudizio – puntualizza Siciliano-. Ma riaprire un teatro è comunque una cosa buona”. Tanto che lo dice immediatamente: “il mio primo obiettivo è il Teatro Valle”, lo storico palcoscenico dove debuttarono persino i Sei personaggi di Pirandello. Chiuso da anni in cerca di lavori. Insediato da poche settimane, Siciliano è grato “al Comune che ha subito prestato attenzione e risorse a un rilancio del Teatro di Roma”. Ed è “sicuro che anche il socio Regione” lo seguirà, Siciliano racconta di aver trovato un teatro “vivo e vitale, anche dopo il Covid“. E dopo la “fase commissariale”. Anzi, dice, “è un teatro tanto in salute che la stagione, fatta da Giovanna Marinelli, continua a inanellare esauriti. Sa all’Argentina che all’India. Soprattutto di giovani. Vuol dire che le scelte erano buone. Ma anche che c’è necessità di andare a teatro. E significa che “il teatro non è una cosa per vecchi“. Quanto al vuoto di governance, prosegue, “abbiamo lanciato il bando per il nuovo direttore generale. Ora la commissione sta esaminando i 42 curricula arrivati. E speriamo in tempi brevi di avere la rosa di 3-5 nomi su cui si esprimerà il consiglio di amministrazione“. Sul Valle, invece “i tecnici mi hanno detto che verrà riconsegnato tra dicembre 2024 e gennaio 2025. Mi auguro siano quelle le date. In modo da riaprirlo definitivamente e con la centralità e l’offerta che merita nella primavera del 2025. Nel pieno dell’anno del Giubileo“.

Sos desertifiacazione

Diversa, al momento, la situazione al Globe. La cui proprietà è del Comune. La gestione era affidata al TdR. E la direzione artistica a Gigi Proietti e poi Nicola Piovani). “Lì c’è un tema legale, legata al crollo del 2022” e “una edile”. Per la quale il comune deve trovare circa 2 milioni euro. “Deve essere ricostruito o restaurato? Non stai a noi dirlo – aggiunge Siciliano-. Per questo mi sembra prematuro parlare della gestione che verrà poi”. Ma quella di Villa Borghese è solo l’ultima tappa di una pioggia di sipari abbassati a Roma. Sono chiusure grandi e piccole che vengono da lontano. Basti pensare al Teatro delle arti, forse il primo grande a chiudere. Quello che è successo dopo è stata la mortificazione del talento“. Avere tante sale a Roma, invece, “aveva prodotto nei decenni non solo la costruzione del talento creativo, ma la possibilità di una centralità culturale reale per la città. Non era soltanto lo spettacolo più o meno bello. Dagli anni ’50 fino ai ’90 tutta la cultura italiana è passata per questi teatri. La desertificazione degli ultimi due decenni è stato uno stillicidio“.