“Nessun incremento del razzismo in Italia”

L'Onu, nella persona dell'Alto commissario per i Diritti umani, Michelle Bachelet, aveva lanciato l'allarme: in Italia ci sarebbe un incremento di “atti di violenza e di razzismo contro migranti, persone di discendenza africana e Rom”. Per questo la Bachelet aveva assicurato che a breve “verrà inviato personale” delle Nazioni Unite allo scopo di valutare quanto accade nel nostro Paese nei confronti di coloro che vi arrivano dalla rotta mediterranea e di quanti vi soggiornano nei campi nomadi, sparsi a centinaia nel territorio, specie nelle grandi città.

Sibilia: “Non possiamo essere l'unico approdo”

I dati sull'incremento presunto del razzismo in Italia non risultano, tuttavia, a Carlo Sibilia, sottosegretario all'Interno. Presente ad un incontro ad Augusta, ha detto a tal proposito: “Dati alla mano, non c'è nessun incremento di fenomeni di odio nei confronti di persone di altre religioni e altre razze”. E ancora: “Penso che l'Italia sia il simbolo dell'accoglienza. Lo è stato in questi anni difficili e lo è ancora. Ma l'Italia come unico approdo per tutta l'Europa non è pensabile. Non è giusto che solo l'Italia si debba gestire questa situazione complicata a livello mondiale. Dobbiamo avere la solidarietà europea”, ha concluso.

I dati

Nel luglio scorso Sibilia ha chiesto al Servizio Analisi Criminale di effettuare una comparazione sui crimini commessi in Italia negli anni 2016, 2017 e 2018. Il tutto facendo particolare attenzione ai casi in cui “stranieri ed extracomunitari risultavano vittime”. Ciò che ne è uscito fuori è che da gennaio a giugno 2017 i crimini contro gli immigrati sono stati 90mila, quest'anno il dato nello stesso arco di tempo è calato di 5mila unità (85mila casi). “Come potete vedere – aveva commentato Sibilia – il dato smentisce le analisi false e tendenziose che vogliono una correlazione tra il Governo del cambiamento e un presunto aumento dei reati di odio o a sfondo razziale. Anzi, i dati ribaltano completamente queste tesi bislacche”.