L'Europa attacca ancora l'Italia

Si allunga la lista degli interventi non propriamente di fiducia pronuncianti da esponenti dell'Unione europea o di Stati membri nei confronti dell'Italia. Ancora non si è spenta la polemica intorno al ministro del Lussemburgo, Jean Asselborn, che ha interrotto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, durante il summit di Vienna; polemica che lo stesso lussemburghese ha voluto riaccendere nelle ore successive accusando il segretario della Lega di “usare metodi e toni fascisti”. Ma prima di lui, giovedì scorso, era stato il commissario Affari economici dell'Ue, Pierre Moscovici, ha colpire l'orgoglio italiano definendo il nostro Paese “un problema” per la zona euro. Aveva poi rincarato la dose così: “Nella nuova Europa sovranista non c'è un Hitler ma tanti piccoli Mussolini“.

Sefcovic: “L'Italia ci preoccupa”

Oggi è di nuovo un esponente dell'Ue a colpire l'Italia. Maros Sefcovic, vicepresidente della Commissione Ue nonché candidato di punta nel Gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D) in vista delle europee per guidare l'esecutivo dell'Unione, ha detto all'Ansa a proposito del Belpaese: “Sono stato molte volte in Italia e sono sempre rimasto impressionato di quanto questo grande ed importante Paese europeo sia onestamente pro-Ue. Per noi è davvero una situazione nuova. Dobbiamo assicurarci che in futuro l'Italia torni a essere di nuovo il grande Paese del G7 fortemente pro-Ue”. E poi ha aggiunto: “Siamo tutti preoccupati”. Sefcovic ha quindi acceso il refrain anti-populisti affermando che essi “giocano con il fuoco per distruggere la nostra cooperazione europea e il nostro sogno europeo”.

La risposta di Salvini

Non si è fatta attendere la reazione di Salvini. “Ennesimo attacco dell'Europa all'Italia, alla Lega e al governo. Adesso si interessano a noi, ma per anni gli euroburocrati hanno ignorato le richieste d'aiuto del nostro Paese per fermare gli sbarchi e ci hanno rifilato 700mila immigrati. Farebbero meglio a chiedere scusa e a tacere”, ha ribattuto Salvini. Il segretario del Carroccio si trova perennemente su ideali barricate per difendere l'Italia dagli affondi dell'Europa.

Oettinger e Juncker

Difficile dimenticare quando, nel maggio scorso, a trattativa in corso per la formazione di un nuovo governo italiano, il commissario europeo per il bilancio e le risorse umane, Gunther Oettinger, affermò: “I mercati insegneranno (poi corretto dal giornalista che lo ha intervistato in “indurranno”) agli italiani a votare nella maniera giusta”. Risale sempre a quei giorni la dichiarazione del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker: “Amo profondamente la 'bella Italia' – avrebbe detto durante la conferenza New Pact for Europe, a Bruxelles – ma non accetto che ogni cosa che va male nel Mezzogiorno sia spiegata con il fatto che l'Ue o la Commissione Europea non farebbero abbastanza. Sono gli italiani a doversi occupare delle regioni più povere dell'Italia. Il che significa più lavoro, meno corruzione e serietà”.