Nemmeno il tempo di tirare un sospiro di sollievo per l'ok al dl Sicurezza bis che già si torna a respirare aria di crisi dalle parti del governo. Che la Tav fosse un nodo cruciale si sapeva, così come era nota da tempo la posizione in proposito del Movimento 5 stelle: la mozione contraria però, nonostante la bocciatura (con approvazione invece di tutte quelle a favore, comprese quelle formulate dall'opposizione), ha provocato il mal di pancia della Lega che, a strettissimo giro, aveva chiarito tramite il capogruppo al Senato Romeo che la posizione dei pentastellati avrebbe portato delle conseguenze. Perché ognuno “si assume la responsabilità del proprio voto” e, mai come in questo caso, “voto” torna a essere la parola chiave. Se infatti in uscita da Palazzo Madama Salvini aveva tirato dritto, giunto a Sabaudia (dove si è recato dopo un colloquio-lampo con Giuseppe Conte) per l'inizio del suo tour litoraneo ha tenuto a sottolineare alcuni concetti: “Non sono fatto per le mezze misure, o facciamo cento o si vota. Star lì a scaldare la poltrona non fa per me. Sono tre giorni che non dormo. Quando senti la responsabilità sulle spalle non è semplice. Vi do la mia parola che quello che farò non sarà nell'interesse del mio partito ma per il Paese”.
Dal palco sabaudiano il leader del Carroccio parla per un'ora. Di codice appalti e Moscopoli ma anche e soprattutto di governo, visto che il tema caldo resta quello e che, peraltro, necessita di qualche precisazione. Perché le voci sono corse, dalla possibilità di un rimpasto di governo alle possibili elezoini in autunno: “Non mi interessano rimpastini o rimpastoni – ha detto – due ministri in più o in meno, mi interessa potere fare le cose. Finché si potevano fare, sono andato avanti come un treno. Se dovessi rendermi conto che non si possono fare più, meglio fare come nel matrimonio quando non si va più d'accordo. Fare la scelta che persone adulte devono fare, divorziare. E ne ho una certa esperienza”. E ancora: “La scelta giusta che accontenta sempre tutti non è possibile. Io spero di accontentare tanti. Ci sarà sempre qualcuno che non è d'accordo. Ma siamo in democrazia”. Di certo, ha tenuto a far sapere, parole negative sul collega Di Maio e sul premier non le dirà. Ma è anche vero che “qualcosa si è rotto negli ultimi mesi. L'Italia ha bisogno di sì, l'Italia con i no non va da nessuna parte”. Come a dire che la crisi non si nomina ma si respira nell'aria.
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