Uruguay alle urne per scegliere il successore di Josè Mujica

Oggi in Uruguay, uno dei paesi più ricchi dell’America latina, si sceglie il successore del presidente più amato del Sudamerica, il carismatico ex guerrigliero Josè Mujica che ha trasformato l’immagine dell’Uruguay all’estero e ha fatto della sobrietà il suo primo comandamento. Ma politicamente, le elezioni non sono scontate.

Mujica, 79 anni, il “presidente più povero del mondo”, non può ripresentarsi. A guidare la coalizione di sinistra, Frente Amplio, è il suo predecessore, Tabaré Vazquez, che è in testa ai sondaggi con il 42% delle intenzioni di voto. Oncologo, 74 anni, primo presidente di sinistra in Uruguay tra il 2005 e il 2010, Vazquez potrebbe non farcela al primo turno. Lo sfidante è Luis Alberto Lacalle Pou, 41 anni, politico dall’ascesa fulminante, trionfatore delle primarie del Partito Nazionale (di centro destra) ed è ormai attorno al 30% dei sondaggi. A un eventuale ballottaggio potrebbe raccogliere tutti i voti del suo tradizionale partito alleato, il partito Colorado, con un apporto del 15% dei voti. Il candidato è Juan Pedro Bordaberry, figlio dell’ex presidente e poi dittatore uruguaiano Juan Maria Bordaberry, alla guida del paese dal 1972 al 1976. A pochi giorni dal voto gli indecisi sono circa il 10%.

L’esito delle elezioni presidenziali è decisivo anche per il futuro della marijuana libera. Luis Alberto Lacalle Pou ha annunciato che, se venisse eletto, bloccherà la riforma – prima ed al momento unica al mondo in uno Stato – che permette la coltivazione e commercializzazione della sostanza considerata stupefacente o terapeutica a seconda delle legislazioni, degli usi e delle quantità.