Raid in Siria, Russia e Iran contro Israele

Alcuni caccia israeliani avrebbero compiuto due raid aerei nei pressi della città di Damasco, mettendo nel loro mirino alcuni depositi militari con missili presumibilmente destinati al gruppo terroristico Hezbollah. “Il nemico la israeliano – spiega la televisione ufficiale siriana – ha attaccato la Siria prendendo come obiettivo due regioni governative messe in sicurezza nella provincia della capitale: il settore di Dimas, vicino al confine con il Libano, e quello dell’aeroporto internazionale di Damasco”.

E a denunciare le “invasioni” israeliane sono state le autorità siriane che hanno definito l’azione “un’aggressione che dimostra il coinvolgimento diretto di Israele nel sostenere, insieme ad altri Paesi occidentali e ad altri Paesi della regione, il terrorismo in Siria”. Il governo di Israele ha mantenuto il silenzio sull’accaduto, non ha né smentito né confermato, ma i presunti raid aerei israeliani sono avvenuti nello stesso giorno in cui le Nazioni Unite hanno pubblicato un rapporto denunciando e certificando i “costanti e regolari contatti con gruppi militanti di ribelli siriani che combattono contro il regime del presidente Bashar al-Assad.

Inoltre ufficiali israeliani e miliziani sostenuti dall’estero hanno collaborato direttamente lungo il confine israelo-siriano negli ultimi 18 mesi, permettendo il transito di persone, feriti portati in Israele per essere curati, e casse consegnate a combattenti in territorio siriano”. Non è il primo attacco che l’aeronautica israeliana compie attacchi contro il regime di Bashar al-Assad: l’ultimo risale allo scorso marzo quando, i caccia presero di mira le postazioni militari nella regione del Quneitra, vicino al Golan, occupato da Israele nel 1967.

Il ministro degli esteri iraniano Zarif, in un incontro con il suo omologo siriano Moallem avvenuto a Theran, ha definito i raid israeliani in Siria “una violazione della sovranità di Damasco e il segno del coordinamento tra il regime sionista e i terroristi takfiri”. Il ministro Moallem – appoggiato da Mosca – ha invece chiesto l’intervento dell’Onu, chiedendogli di prendere provvedimenti contro il governo siriano.