Oltre 50 morti durante una rivolta nel carcere di Manaus

Una sanguinosa rivolta è scoppiata la scorsa notte nel carcere brasiliano Anisio Jobim di Manaus. La sommossa, secondo quanto riferito dalle autorità locali, sarebbe scoppiata a causa di uno scontro tra i componenti di due bande rivali, la Familia do Norte e il Primeiro Comando da Capital, causato dagli interessi legati al narcotraffico. Il segretario di Pubblica sicurezza di Amazonas, Sergio Fontes ha affermato che quando le forze dell’ordine sono riuscite a riprendere il controllo della situazione al termine della sommossa, si sono trovati di fronte a una vera e propria carneficina. Fontes ha parlato di un numero di vittime “tra 50 e 60” e sei detenuti sono stati brutalmente decapitati. I loro corpi sono stati gettati oltre le mura della prigione, che si trova a otto chilometri dalla statale che conduce a Manaus, nel cuore dell’Amazzonia. Altri detenuti sarebbero stati bruciati vivi ma le notizie arrivano con grande difficoltà perché la stampa è stata tenuta a distanza. Durante la ribellione, numerosi agenti della Polizia penitenziaria erano stati presi in ostaggio dopo che gli erano state sottratte le armi ma sembra che alla fine siano stati tutti rilasciati, sebbene alcuni siano stati legati e selvaggiamente picchiati. La rivolta, iniziata nel tardo pomeriggio di domenica, è durata circa 17 ore durante le quali il carcere è stato in balia dei detenuti che hanno seminato terrore e morte, mettendo a ferro e fuoco celle, corridoi e refettorio. Non è confermata la notizia che alcuni di loro sarebbero anche riusciti a fuggire. Secondo alcune fonti sarebbero una ventina i prigionieri scappati ma quasi tutti sarebbero stati catturati nei boschi dopo una breve caccia all’uomo con l’ausilio dei cani. Così come non è stata confermata la notizia di un’analoga ribellione in un altro carcere che fa parte dello stesso complesso, quello di Antonio Trindate. Il penitenziario di Manaus è considerato uno dei più duri del Brasile, dove i detenuti vivono in condizioni disumane. Il ministro della giustizia brasiliano Alexandre Moraes si è tenuto in costante contatto con il governatore dello Stato di Amazonas José Melo de Oliveira, garantendo il supporto necessario.