Macron dialoga con la Chiesa, insorge la sinistra

Nel corso di un intervento davanti alla Conferenza episcopale francese Emmanuel Macron prova a ricucire i rapporti tra Chiesa e Stato. Il presidente francese ha invitato i cattolici a impegnarsi in politica, a non restare “sulla soglia” dell'impegno pubblico. Nello stesso tempo ha auspicato il recupero di una relazione che nel tempo si è “deteriorata”. Per farlo, ha spiegato, “non c'è altra via che un dialogo nella verità”. 

Dialogo

Per Macron, “il dialogo è essenziale“, perché “una Chiesa che afferma di perdere interesse per le cose del mondo andrebbe contro la sua vocazione”, mentre “un presidente che dichiara di perdere interesse per la Chiesa e i cattolici fallirebbe nel suo dovere”.

Contestato

Tanto è bastato per sollevare la “gauche” che ha accusato il capo dello Stato di violare la legge del 1905 sulla separazione tra Chiesa e Stato. Su Twitter, Jean-Luc Melenchon, tra i fondatori di France insoumise (Francia ribelle), che raccoglie la sinistra radicale, ha parlato di “delirio metafisico” del presidente, mentre il portavoce del partito, Alexis Corbiere, ha denunciato le “parole irresponsabili che soffiano sulla brace di tutti i comunitarismi religiosi“. Clementine Autain, deputata anche lei di France insoumise, ha denunciato l'”errore politico“, accusando Macron di voler “sfidare la legge del 1905“. “Quando si è danneggiato il rapporto tra Chiesa e Stato?”, si è chiesto Benoit Hamon, candidato socialista alle elezioni presidenziali 2017. E anche Olivier Faure, il nuovo primo segretario del partito, ha espresso il suo disaccordo ricordando sui social network che “la Chiesa cattolica non è mai stato bandito dal dibattito pubblico. Durissimo L'ex premier Manuel Valls: “La laicità è la Francia, e non c'è che un solo fondamento: la legge del 1905, quella della separazione tra la Chiesa e lo Stato. La legge del 1905, solo la legge, nientre altro che la legge”.