Israele accusa Hezbollah: pianificavano l’omicidio dell’ex primo ministro Olmert

Cinque ex-agenti della Cia hanno rivelato di aver partecipato all’assassinio di Imad Mughniyeh, numero due del partito sciita libanese Hezbollah – letteralmente “partito di Dio” – avvenuto nel febbraio del 2008. Il partito è considerato “organizzazione terroristica” da numerosi Stati, tra i quali gli Usa. L’Unione Europea aveva inizialmente rifiutato di qualificarlo come organizzazione terroristica ma, il 10 marzo 2005, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione non vincolante che lo accusa di aver condotto “attività terroriste”; il Consiglio d’Europa ha poi incolpato Imad Mughniyeh di essere un terrorista antisionista.

Mughniyeh è stato ucciso il 12 febbraio 2008 dall’esplosione di un’autobomba all’uscita di un ristorante di Damasco, in Siria. L’operazione, secondo la rivelazione di cinque ex agenti della Cia, sarebbe stata pianificata e condotta sul campo dal Mossad israeliano in collaborazione con gli uomini dell’Intelligence Usa. L’ordigno – “pensato per un’esplosione contenuta e senza danni collaterali” – era stato piazzato nella ruota di scorta di un Suv parcheggiato nelle vicinanze. “La bomba – ha riferito uno degli uomini dell’Intelligence di Washington – era costruita in modo che gli statunitensi potessero collocarla e disinnescarla, ma non azionarla. In North Carolina – prosegue – facemmo scoppiare almeno 25 bombe per essere certi che funzionassero bene”.

In risposta all’omicidio di Mughniyeh, pochi mesi dopo Hezbollah aveva pianificato l’uccisione dell’ex primo ministro israeliano Ehud Olmert. Lo riferisce il quotidiano “Jerusalem Post” riprendendo i media arabi. Secondo le prime indiscrezioni, l’attentato a Olmert sarebbe stato sventato da Mohammed Shurba, agente dello Stato ebraico riuscito ad infiltrarsi nelle alte sfere di Hezbollah. Shurba – riferisce la stampa araba – nel 2009 avrebbe fatto fallire anche un secondo attacco del Partito di Dio ai danni di Israele, che mirava a bombardare l’ambasciata israeliana in Azerbaigian. Tuttavia, almeno al momento, non esistono conferme a riguardo.