Naufragio sulle coste libiche: il bilancio sale a oltre 300 morti

Cresce il bilancio delle vittime del naufragio di due gommoni, avvenuto due giorni fa davanti alle coste libiche. Secondo la testimonianza di 9 superstiti soccorsi da un mercantile e giunti stamattina a Lampedusa con una motovedetta della Guardia Costiera i morti sarebbero circa 330. I migranti, travolti dalle onde del mare in tempesta, erano in 105 e 107 sulle due imbarcazioni. Sulle imbarcazioni c’erano anche alcuni bambini, ma solo tre di loro che erano sul primo gommone soccorso da due mercantili italiani si sarebbero salvati. uno di loro è un bimbo di 12 anni non accompagnato, originario della Costa d’avorio. Purtroppo altri tre piccoli ivoriani erano su una delle due imbarcazioni naufragate.

I sopravvissuti, originari del Mali e del Senegal, erano in due su un gommone e in sette sull’altro; uno di loro è un minore. Hanno riferito di essere partiti sabato scorso dalle coste libiche insieme a un terzo barcone sul quale viaggiavano i 105 profughi soccorsi da due mercantili, 29 dei quali sono morti assiderati mentre venivano trasportati a Lampedusa dalle motovedette della Guardia Costiera. “Ci hanno assicurato che le condizioni del mare erano buone, ma in ogni caso nessuno avrebbe potuto rifiutarsi o tornare indietro. – racconta uno dei superstiti agli operatori di Save The Children – Siamo stati costretti a forza a imbarcarci sotto la minaccia delle armi”.

I due gommoni avrebbero fatto naufragio lunedì pomeriggio, tra le 15 e le 16, dopo essere stati capovolti dalle onde del mare forza 8. I nove superstiti sarebbero riusciti a salvarsi rimanendo aggrappati disperatamente ai tubolari prima di essere soccorsi da un rimorchiatore italiano. La Guardia Costiera, che negli ultimi due giorni ha partecipato con grande impegno e spirito di abnegazione alle operazioni di soccorso che si sono svolte al limite delle acque libiche, sta valutando il racconto dei nove superstiti.

“L’Europa ha bisogno di un sistema di ricerca e di salvataggio efficace – ha dichiarato il commissario dei diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks – Spero che l’Europa cambi approccio, dando maggiore peso ai diritti umani, e non solo alla sicurezza, e aumenti le vie legali cui le persone possono ricorrere per arrivare sul continente e chiedere asilo”. Con queste parole il commissario Muiznieks boccia l’operazione Triton, definendola “non all’altezza” dei compiti che deve svolgere e riferendosi alla tragedia avvenuta nel Mediterraneo come ad “un’altra sciagura che si poteva evitare”.