DOPO LA STRAGE, TUNISINI IN PIAZZA CONTRO IL TERRORISMO

“Siamo liberi, fuori i terroristi” è il grido di migliaia di tunisini scesi in piazza per protestare e denunciare l’attacco che ieri ha scosso il Paese con l’uccisione di 22 persone nel museo del Bardo. I cittadini si sono ritrovati ad avenue Bourghiba, un luogo simbolo per le manifestazioni della rivoluzione dei gelsomini che tra il 2010 e il 2011 portarono alla caduta del regime di Ben Alì.

La folla, tra cui anche politici e attivisti si è concentrata davanti al teatro principale della città issando bandiere tunisine e scandendo slogan contro i terroristi, immagine di un Paese che non si arrende di fronte alla violenza dell’Isis. Nella piazza gremita di gente sono state numerose le dimostrazioni, a partire dall’inno cantato a squarciagola, come è stato fatto dai parlamentari, simbolo di un popolo che non si piega alle minacce dello Stato Islamico e che trova ancora la forza di difendere il Paese.

“Cacciare i terroristi è un dovere”, hanno urlato i ragazzi, mentre qualcuno ha giurato di essere pronto a difendere la bandiera “con l’anima e con il sangue”. “Siamo distrutti, hanno voluto colpire proprio i turisti che rappresentano per noi un bene sacro”, ha detto una ragazza in lacrime. L’attacco di ieri dimostra come il Califfato abbia deciso di colpire il Paese che più di tutti nel Mediterraneo sta cercando di intraprendere un cammino di libertà, abbinando modernità e tradizione, laicità e fede. Orgogliosa della propria storia, di cui il Museo del bardo ne è emblema, la Tunisia attraverso la voce del presidente Beji Caid Essebsi lo ha detto chiaramente: “Abbiamo preso la strada della democrazia e la democrazia vincerà”.