Nel panorama degli affari economici mondiali, gli Stati Uniti assumono sempre più un ruolo di ‘giustiziere’ imponendo le proprie leggi, regole e giurisdizioni. Una strategia che, oltre a garantire il controllo e la trasparenza negli investimenti, favorisce le aziende americane a scapito di quelle di altri Paesi, e come ha definito un ex analista del ministro della Difesa francese Eric Dene’ce è “un’arma efficace a servizio delle aziende Usa nella guerra economica contro il resto del mondo”.
La Francia ne è rimasta scottata con l’ultima multa record di 670 milioni inflitta dalla giustizia degli Stati Uniti al gruppo industriale Alstom per aver versato tangenti ai politici dell’Indonesia, Arabia Saudita ed Egitto al fine di ottenere un contratto nel settore dell’energia. Il quotidiano “Le Monde” dedica alla questione un’itera inchiesta.
A rimanere sotto shock è l’intero panorama dei grandi gruppi industriali della Francia, non solo le imprese che vivono di commesse pubbliche. A seguire i criteri di trasparenza fiscali imposti dagli Usa vi sono la Svizzera, il Regno Unito, l’Italia, la Svezia e la Spagna che allargando l’ambito della convenzione alla corruzione privata e in maniera extraterritoriale, hanno gettato nell’inquietudine le aziende francesi.
Per i grandi gruppi multinazionali, non c’è più il solo rischio di pagare multe salate, ma quello di vedere la propria reputazione rovinata e di essere esclusi dai contratti più interessanti da un punto di vista remunerativo. Gli Stati Uniti infatti rifiutano di fare affare con le aziende che possano anche solo essere sospettate di ricorrere alla corruzione pur di assicurarsi buone relazioni economiche.
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