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GMB 2024: le parole di Papa Francesco

Il Papa ha raggiunto lo Stadio Olimpico di Roma per incontrare i migliaia di bambini che hanno risposto al suo invito per la prima Giornata Mondiale dei Bambini. A loro ha rivolto parole di speranza per il futuro e li ha esortati a leggere ogni giorno il Vangelo con coraggio, perché tra le sue pagine c’è la via della felicità!

Il discorso di Papa Francesco

Cari bambini e bambine, ragazzi e ragazze!
Ci siamo! È iniziata l’avventura della GMB, la Giornata Mondiale dei Bambini. Ci siamo
radunati qui allo Stadio Olimpico, per dare il “calcio d’inizio” a un movimento di bambini e bambine che vogliono costruire un mondo di pace, dove siamo tutti fratelli, un mondo che ha un futuro, perché vogliamo prenderci cura dell’ambiente che ci circonda. “Bello mondo”, dice il vostro canto. Grazie di questo! In voi, bambini, tutto parla di vita e di futuro. E la Chiesa, che è madre, vi accoglie e vi accompagna con tenerezza e con speranza.

Le domande e le paure dei bambini

Il 7 novembre scorso ho avuto la gioia di accogliere in Vaticano alcune migliaia di bambini di tante parti del mondo. Quel giorno avete portato un’ondata di gioia; e mi avete manifestato le vostre domande sul futuro. Quell’incontro ha lasciato un’impronta nel mio cuore, ho pregato, e ho capito che quella conversazione con voi doveva continuare, allargarsi a tanti altri bambini e ragazzi. Ed è per questo che oggi siamo qui: per continuare a dialogare, a porci domande e cercare insieme le risposte. So che siete tristi per le guerre, che provocano tanti morti e sofferenze. Siete preoccupati per il cambiamento climatico e le sue conseguenze. Siete addolorati perché tanti vostri coetanei non possono andare a scuola, a causa delle guerre oppure delle inondazioni, della siccità, della mancanza di cibo e di cure mediche. Sono realtà che anch’io porto nel cuore, e le presento a Dio nella preghiera.Oggi lo facciamo insieme!

Il sorriso smorzato dei bambini ucraini

Sapete, c’è una cosa che mi ha colpito molto. Sono venuti a trovarmi alcuni bambini ucraini: la loro patria, le loro famiglie soffrono tanto per la guerra. E ho visto che quei bambini hanno perso il sorriso. La guerra ha spento il sorriso sui loro volti. Questo è inaccettabile! E oggi insieme con voi voglio dire “no” a questo mostro che toglie il sorriso ai bambini. Vi domando: come si chiama questo mostro che ruba il sorriso ai bambini? [guerra] Ditelo forte, come si chiama? [guerra!]. E cosa ci vuole per far ritornare quel sorriso? [la pace] Diciamolo tutti: [la pace!] Ecco, cari bambini e ragazzi. Qualcuno forse pensa che voi, oltre al sorriso, vi lasciate rubare anche i sogni. Ma voi, ditemi un po’, vi lascerete rubare i vostri sogni? Allora continuerete a sognare? Bene! Bravi! Vi ringrazio di questo perché così, insieme con voi, possiamo costruire, giorno dopo giorno, un mondo più bello, più pacifico, più abitabile per tutti. Grazie!

«Ecco, io faccio nuove tutte le cose» (21,5)

Sentite: voi sapete qual è il motto di questa Giornata Mondiale dei Bambini? Il motto, il titolo
della Giornata. È stato preso dalla Bibbia, dall’ultimo libro della Bibbia, l’Apocalisse. Proprio alla fine, il Signore, che è seduto sul suo trono, pronuncia queste parole: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose» (21,5). Questo è il motto. È bellissimo, no? Pensate: Dio, che regna su tutto l’universo, dice solennemente: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». Tutto ciò che è “vecchio”, cioè tutto ciò che è male, che è negativo, che porta morte e sofferenza, tutto questo sparirà, non ci sarà più. E ci saranno «un cielo nuovo e una terra nuova» (Ap 21,1), dove regnano amore, gioia e pace. Questo è il “sogno” di Dio! Vi piace? Bene. Allora vi chiedo una cosa impegnativa: volete collaborare con Dio a realizzare questo sogno? Giustamente volete pensarci bene, perché è una scelta importante. Allora, siete convinti? Bravi! Allora vi dico come potete fare a collaborare con Dio per rinnovare il mondo. Anzi, come possiamo fare, perché riguarda tutti noi ed è uguale per tutti: dobbiamo seguire e imitare Gesù, amarci come Lui ci ha amato. Questo dobbiamo fare, cioè vivere il Vangelo, cercare di metterlo in pratica nella nostra vita di tutti i giorni.

Carlo Acutis: un bambino innamorato di Dio

E voglio darvi anche un esempio da imitare: un ragazzo come voi, si chiama Carlo, Carlo
Acutis; penso che molti di voi lo conoscono. Carlo è stato proclamato beato e ben presto avrò la gioia di dichiararlo santo. È stato un bambino innamorato di Gesù, specialmente dell’Eucaristia, e con l’amore di Dio nel cuore ha fatto tanto bene ai suoi genitori, ai suoi amici e ai poveri che incontrava. Ve lo lascio come un bravo amico!
Care bambine e cari bambini, Gesù nel Vangelo ha detto che vi vuole bene, che vi vuole vicini a Lui. Ricordate? Quella volta che disse: «“Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il Regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il Regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso”. E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro» (Mc 10,14-16).

La lettura quotidiana del Vangelo

Che bello! Anche adesso Lui vuole fare lo stesso: Gesù vi vuole incontrare e benedire, e vi dice che voi siete i più vicini al suo Regno, al mondo nuovo che Lui ha creato. Allora vi do un consiglio importante: leggete ogni giorno un po’ di Vangelo, un pezzetto ogni giorno. I genitori, i catechisti, gli insegnanti vi aiuteranno a comprendere il senso; ma voi, mi raccomando, leggetelo, e chiedete allo Spirito Santo che ve lo faccia capire e mettere in pratica. Siete d’accordo? Volete prendervi questo impegno di leggere il Vangelo ogni giorno? Bene, siete coraggiosi, perché ci vuole coraggio a seguire il Vangelo, ci vuole coraggio, ma è la via della felicità! Care bambine e cari bambini, grazie di aver accolto il mio invito ad essere qui insieme! Il Signore può fare grandi cose se siamo insieme tra noi e con Gesù. Tutti fratelli, un’unica grande famiglia, grande come il mondo! Grazie, e per favore, non dimenticatevi di pregare per me!

redazione

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