Attacco nel Nord-Kivu: uccisi 2 operatori umanitari

Chiesa

Due operatori umanitari sono morti e un terzo è stato rapito a seguito di un attacco compiuto da un gruppo di ribelli nella regione del Nord-Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo

L'attacco

A darne notizia è il portavoce dell'Onu, Farhan Haq, precisando che le vittime erano impiegati dell'ong francese Hydraulique Sans Frontieres (Hyfro), ma senza comunicarne la nazionalità. I corpi senza vita dell'ingegnere Muyisa Nzoli e del suo autista sono stati rinvenuti domenica alle porte della località di Nyanzale, nel territorio di Rutshuru. Secondo fonti locali della società civile e delle autorità amministrative, presunti miliziani Nyatura hanno rapito un altro operatore e chiesto un riscatto di 2 mila dollari. Una quarta persona portata via dai ribelli sarebbe riuscita a scappare.

In pericolo

L'ong Hyfro, che rifornisce in acqua le popolazioni della regione povera e remota, ha bloccato i progetti in corso nelle località Kibirizi, Bwalanda, Nyanzale e Bambu. Di recente in questa stessa zona la Missione Onu in Congo (Monusco) e i suoi partner locali hanno svolto una campagna di sensibilizzazione per una convivenza pacifica tra i vari gruppi. Nel territorio di Rutshuru si registra una recrudescenza di fatti violenti e rapimenti su base etnica, da ricollegare alle rivalità tra due fazioni. E' proprio in Nord Kivu che lo scorso dicembre 15 caschi blu della Monusco sono stati uccisi.

L'appello dei vescovi

Intanto, a pochi giorni da una nuova marcia contro il presidente Joseph Kabila, la conferenza episcopale del Congo (Cenco) ha invitato i cittadini a “rimanere in piedi e vigili“. Il Comitato laico di coordinamento (Clc), vicino alla chiesa cattolica, ha convocato per domenica 25 febbraio una nuova marcia per “dire di no alla dittatura di Kabila”, al potere dal 2001, esercitando pressioni per impedire una sua candidatura alle elezioni del 23 dicembre. Altre due marce, il 31 dicembre e il 21 gennaio, sono state represse dalle forze di sicurezza, con un bilancio di almeno 15 morti. “Non abbandoneremmo mai il nostro impegno per l'avvento di uno Stato di diritto in Congo” si legge nel comunicato a firma dei vescovi congolesi, diffuso al termine della loro assemblea plenaria a Kinshasa. Un messaggio molto politico nel quale la Cenco chiede al governo di rimuovere il divieto di manifestare pacificamente e denuncia “comportamenti ostili e un clima di grande tensione mentre stiamo cercando di organizzare elezioni per un'alternanza pacifica al potere”.