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Cei, Bassetti: “Ricostruire il mondo, no agli spettatori irrilevanti”

Nel giorno di San Benedetto, il Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ricorda il significato attuale del motto del santo "Ora et labora"

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Le sfide del mondo contemporaneo secondo Bassetti

“E’ tempo di coloro che sanno mettersi in ascolto, ogni giorno, della parola di Dio e sono in grado di leggere in profondità il mondo che ci circonda“, dice il porporato. “Per rispondere alle sfide imposte dalla pandemia nel mondo contemporaneo – esorta Bassetti – non abbiamo bisogno soltanto di grandi esperti o di tecnici, ma abbiamo bisogno soprattutto di uomini e donne che si fanno ‘ambasciatori di Cristo’. Uomini e donne che, come le sentinelle per la casa d’Israele, rispondono a una missione divina, esprimono con passione e generosità la loro vocazione e si mettono a disposizione della comunità”.

Come superare questo momento

Poi ha detto che per superare questo momento “non abbiamo bisogno soltanto di grandi esperti o di tecnici, ma abbiamo bisogno soprattutto di uomini e donne” che si mettano al servizio degli altri. Bisogna avere più coraggio di rimboccarsi le maniche e di mettersi a disposizione della comunità”, ha sottolineato Bassetti.

Il ricordo di San Benedetto

Il presidente della Cei ricorda che oggi si celebra San Benedetto: “Senza dubbio un profeta dei suoi tempi. Paolo VI quando lo proclama patrono dell’Europa lo definisce come ‘messaggero di pace, realizzatore di unione, maestro di civiltà, e soprattutto araldo della religione di Cristo e fondatore della vita monastica in occidente’. Pace, unità e cristianesimo: ovvero le basi della nostra civiltà. La fitta rete di monasteri benedettini che si sviluppa in tutto il continente europeo costituisce, ancora oggi, le fondamenta spirituali, culturali dell’Europa. Di un’Europa che “prega e lavora”: cioè che contempla la parola di Dio e si prende cura di tutti gli esseri umani, a partire dai più deboli”.

Il commento al messaggio di Papa Francesco

Riprendendo il messaggio di Bergoglio il presidente dei Vescovi ricorda che “papa Francesco ha addirittura consigliato di imparare a memoria le parole delle Beatitudini, perché quelle parole rappresentano “la carta d’identità del cristiano”. Una vera e propria “mappa di vita” da cui non si può prescindere. Una carta d’identità da tenere sempre con noi. In ogni ambito dell’agire umano, ogni cristiano è chiamato a incarnare le Beatitudini con atti concreti e non solo a parole. Perfino nella vita politica e nell’esercizio del potere, il cristiano è chiamato a rendere testimonianza a questo passo del Vangelo”.

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