Vincent Lambert, l'annuncio dei genitori: “È finita”

Questa volta è finita”. Le parole dei genitori di Vincent Lambert, il 42enne tetraplegico ricoverato all'ospedale Chu Sebastopol di Remis, divenuto il simbolo del dibattito sul fine vita in Francia, sembrano segnare l'epilogo della vicenda che ha alimentato il dibattito Oltralpe. Dopo la decisione del medico di “interrompere i trattamenti” martedì scorso, l'uomo si trova ora al suo settimo giorno senza ricevere alimentazione e idratazione.

La lettera dei familiari

Così in una lettera resa nota pochi minuti fa, i genitori Pierre e Viviane, e due dei suoi sei fratelli David e Anne, hanno spiegato qual è la situazione aggiornata: “Cari amici che ci avete sostenuto tanto durante questi sei anni, questa volta è finita. I nostri avvocati hanno moltiplicato in questi ultimi giorni i ricorsi e le azioni finali per far rispettare il ricorso sospensivo (della decisione di sopprimere Vincent) innanzi alle Nazioni Unite che beneficiava a Vincent. InvanoLa morte di Vincent è ormai inevitabile. Gli è stata imposta a lui come a noi. Se non lo accettiamo, non possiamo che rassegnarci nel dolore, nell'incomprensione, ma anche nella speranza”. I familiari dunque aggiungono: “Volevamo ringraziarvi tutti per la vostra amicizia, per il vostro amore, per il vostro sostegno, per le vostre preghiere in tutti questi anni. Non c'è più niente da fare se non pregare e accompagnare il nostro caro Vincent, nella dignità e nel raccoglimento. Siete con noi tutti con il pensiero e la preghiera presso Vincent. Chiediamo ai giornalisti presenti davanti all'ospedale di avere la decenza di rispettare la nostra privacy di famiglia in questi momenti così dolorosi”.

Le parole del padre

Ieri il padre Pierre, che insieme alla madre di Vincent Lambert sta conducendo una battaglia per garantire a suo figlio le cure necessarie, entrando all'ospedale ha denunciato “l'assassinio” in corso di suo figlio. “E' un assassinio mascherato, un'eutanasia”, ha detto ai giornalisti. Con lui è arrivata anche sua moglie Viviane Lambert senza rilasciare dichiarazioni. Pochi minuti dopo, sono giunti anche David Philippo, fratellastro di Vincent, e Anne Lambert, sua sorella.

La vicenda

La battaglia giudiziaria per Vincent Lambert è iniziata ormai dieci anni fa. Il suo calvario inizia nel settembre 2008 quando Vincent, infermiere, è vittima di un terribile incidente mentre è alla guida della sua motocicletta. Dopo il trasporto al pronto soccorso la diagnosi è impietosa: non potrà più muoversi, alimentarsi, espletare da solo i suoi bisogni fisici. I medici spiegano ai familiari che il proprio congiunto resterà per sempre in uno stato di coscienza minima.

La legge Claeys-Leonetti

In Francia il tema del fine vita è regolato dalla legge Claeys-Leonetti, varata nel 2016, che pur vietando eutanasia e suicidio assistito, prevede l'interruzione delle cure per il mantenimento artificiale in vita di un paziente in caso di accanimento terapeutico, contro il volere del paziente o in seguito a una decisione collegiale. La legge prevede anche che, oltre alle procedure per la fine delle cure palliative, sia garantita una sedazione “controllata, profonda e continua” e la somministrazione di analgesici “per precauzione”.