Un'agenzia pubblica per l'emergenza abitativa

Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di S. Egidio, l'ha definita “una città nella città”. E' quella di quanti a Roma soffrono per la mancanza di una casa, una vera e propria emergenza abitativa che non ha eguali in Italia. E all'interno di questa città c'è quella degli invisibili, dei senza fissa dimora che dormono dove possono, in molti casi all'aperto. Molti i numeri snocciolati in occasione della presentazione della cosiddetta “Guida Michelin” della solidarietà, ovvero “Dove mangiare, dormire, lavarsi“, giunta alla 28^ edizione. Con una proposta concreta: quella di “istituire una cabina di regia, una vera e propria agenzia pubblica dell'abitare nella quale riunire costruttori, istituzioni, volontari, associazioni e privati per realizzare una sinergia positiva finalizzata a trovare un alloggio per chi è senza casa, con il sostegno ufficiale delle istituzioni”.

I numeri

Sono circa 10.000 le famiglie in lista d'attesa per una casa popolare a Roma; 25.000 le persone che occupano luoghi pubblici come caserme o scuole; 7.500 le persone che “vivono” per strada o in alloggi di fortuna. Di queste ben 3.000 dormono all'aperto e 2.000 trovano riparo in edifici abbandonati o in insediamenti abusivi. Più “fortunate” 2.500 persone che trovano riparo notturno, almeno provvisorio, in strutture legate a parrocchie e case religiose (circa 1.500) o nei centri convenzionati del Comune (un migliaio). In queste cifre non rientrano quanti vivono in campi rom autorizzati o in occupazioni “permanenti”. A fronte di questo mare di umanità costretto a rimanere ai margini ci sono 250.000 case sfitte, oltre ad un vasto patrimonio pubblico vuoto o abbandonato. “Serve una mobilitazione dei romani per andare incontro ai più soli, soprattutto gli anziani” ha detto Impagliazzo, ricordano che sono circa 600.000 le famiglie con un unico componente. “E' una battaglia che S. Egidio sta portando avanti da tempo, con il progetto 'Viva gli anziani' – ha proseguito – Occorre creare in città una rete di protezione per chi è solo: è il primo grande bisogno di Roma”.

Emergenza freddo

“Il piano del Comune di Roma è ancora una volta una nota dolente – ha sottolineato il presidente di S. Egidio – E' di nuovo in ritardo, una storia che si ripete. I bandi sono stati pubblicati tardi, non c'è stato un avviso di evidenza pubblica nei tempi necessari per organizzarsi e questo ha portato ad oggi a coprire solo 40 posti. E' stata indetta una nuova gara per raggiungere i 230 posti aggiuntivi previsti ma il ritardo è enorme”. Impagliazzo ha individuato anche i motivi di questa situazione: “Le associazioni hanno soprattutto il patrimonio umano da mettere a disposizione, con i volontari e l'esperienza ma spesso non hanno un proprietà immobiliari: dovrebbe essere il Comune a individuare le strutture da utilizzare con la collaborazione del volontariato”. Per dare un'idea della situazione, Impagliazzo ha ricordato che è stato allestito uno spazio anche nella chiesa di San Calisto a Trastevere: “Ma questo – ha spiegato – la dice lunga sulla carenza di posti”.

Il reinserimento

Impagliazzo ha poi posto l'accento su un altro grande tema, il reinserimento sociale dei senza fissa dimora. “E' una sorta di secondo livello – ha affermato – ma è indispensabile una volta superata l'emergenza. Per quanto ci riguarda tutti coloro che lo scorso anno sono stati ospitati dalla Comunità sono riusciti a reinserirsi grazie al lavoro quotidiano dei volontari. Ci vuole testa, occorre pensarci ma è indispensabile una collaborazione più stretta tra istituzioni e società civile”.

La guida

“La generosità dei romani aumenta”. Partendo da questo dato Impagliazzo ha presentato la guida “Dove mangiare, dormire, lavarsi”, in una veste grafica dorata per ricordare che nel 2018 la Comunità festeggerà i 50 anni di attività. Un vademecum prezioso per i più bisognosi, italiani e stranieri (a questo proposito, non essendo ancora possibile una traduzione in più lingue, vengono usati simboli universalmente riconosciuti), con indirizzi, informazioni per i servizi sanitari, legali e assistenziali. Sono 41 le mense aperte a Roma (una in più rispetto allo scorso anno), 27 i servizi docce (5 in più) e c'è anche la “lavanderia del Papa“, ovvero la struttura aperta a S. Gallicano con lavatrici e asciugatrici donate dal Pontefice per consentire a chi ne ha bisogno di lavare i propri abiti. “La guida è uno strumento di orientamento e aiuto – ha spiegato Impagliazzo – che nasce dall'ascolto della realtà: se ci si parla addosso non si capiscono fino in fondo i problemi”.

Il pranzo di Natale

Come ogni anno tornerà anche il tradizionale pranzo di Natale. La prima volta si tenne nel 1982, con un gruppo di 20 persone, nella basilica di S. Maria in Trastevere. Lo scorso anno furono 50.000 le persone bisognose invitate in Italia e quasi 200.000 in tutto il mondo. “Non è un pranzo spot – ha affermato Impagliazzo – ma una festa di famiglia con le persone che seguiamo tutto l'anno, in cui, come disse Benedetto XVI, chi serve si confonde con chi è servito”. L'obiettivo quest'anno è di mettere insieme 60.000 persone in oltre cento città italiane. A Roma, oltre al tradizionale appuntamento di Trastevere, ci saranno pranzi in molti istituti per anziani e nelle carceri, a partire da Regina Coeli.

Sms solidali

Per sostenere i pranzi di Natale è partita la campagna degli sms solidali “A Natale aggiungi un posto a tavola“: fino al 25 dicembre sarà possibile donare 2 o 5 euro con sms o chiamata da rete fissa al numero 45568.